Tra le montagne della Carnia, il giorno dell'Ascensione, si celebra l'antichissimo rito di sudditanza alla chiesa "madre" di San Pietro. A Zuglio si ripete ogni anno l'antichissimo rito religioso del Bacio delle croci (Bussade das Crous). La tradizionale e suggestiva cerimonia, documentata sin dall'alto medioevo (anno 796), si tiene il giorno dell'Ascensione in prossimità della trecentesca pieve di San Pietro Apostolo, "madre" delle ventotto parrocchie della montagna carnica. Il tempio sorge in maniera spettacolare su un'altura di 749 m, dominante la valle del torrente But. Qui, in epoca romana, transitava la Via Julia Augusta che dal mare Adriatico di Aquileia raggiungeva il basso Norico (attuale Austria). Zuglio (già Iulium Carnicum) fu pertanto un'importantissima città di transito e in seguito centro del primo cristianesimo in Carnia, sede e cattedra vescovile dal quarto all'ottavo secolo. Invitante e ricco il programma della festa che ad Arta Terme, nel terzo week-end di maggio, celebra le primizie primaverili di Carnia: l'asparago di bosco, il radicchio di montagna e i funghi di primavera. Nel centro termale la kermesse (oltre alle degustazioni di piatti tipici nei ristoranti con menu a tema, pranzi in baita e spaghettate) offre la possibilità di visitare gli stand del mercatino gastronomico e dei prodotti agro-alimentari e artigianali, di fare gite nei boschi (sabato, a partire dalle ore 9, la prima escursione), suggestivi giri a cavallo in notturna e passeggiate storico-naturalistiche lungo facili sentieri di fondovalle. Dalle 10 di domenica apertura della mostra dedicata all'asparago di bosco, al radicchio di montagna e ai funghi di primavera. Le erbe spontanee di Forni di Sopra, straordinarie per sapore e varietà, sono protagoniste della "Festa delle erbe di primavera", una delle più belle feste gastronomiche dell'arco alpino (13/14 e 20/21 giugno). La kermesse, nel momento di massima fioritura dei prati, è un omaggio all'antica tradizione della raccolta delle erbe spontanee primaverili, principale ingrediente dei piatti fornesi e carnici in genere. Ai valligiani piace ricordare che anche la Serenissima Repubblica di Venezia, che dominò a lungo queste contrade, si approvvigionava a fini farmaceutici e gastronomici delle tante varietà di questa flora speciale. Dalla silene all'acetosella, dal tarassaco ai ranuncoli, passando per il finocchio e l'anice di monte. Info: www.carnia.org
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