“SOS Kenya”: un Paese in grave emergenza da aiutare subito, soprattutto con il turismo
Pubblicato il: 07/04/2008

> Africa - Kenya


Accogliamo l'appello rivolto dal Gist (Gruppo Italiano Stampa Turistica) relativo a un'emergenza turistico-umanitaria e oggetto di una campagna di solidarietà. "SOS Kenya" è il nome dell'iniziativa che il Gist ha lanciato nel corso della scorsa edizione della Borsa Italiana del Turismo di Milano, raccogliendo l'accorato appello turistico-umanitario lanciato dal collega Luca Liguori (assiduo frequentatore del Kenya fin dal 1954, e in quei giorni appena rientrato dal suo consueto soggiorno invernale a Malindi) e da missionari, operatori locali, italiani residenti, imprenditori, agenti di viaggio, turisti, politici kenyani e popolazione locale, dopo l'inizio della crisi che il Paese Africano sta attraversando a seguito delle notizie di violenza post elettorale.

Il Gist si è mobilitato, raccogliendo immediatamente l'adesione e il supporto all'iniziativa da parte di tutti i suoi soci e di molti altri colleghi giornalisti, di Astoi (l'associazione dei tour operator italiani), del Kenya Tourist Board e di numerosi direttori di quotidiani, settimanali, mensili, radio e televisioni, tutti pronti, dopo attenta verifica della reale situazione, a sostenere questa campagna di sensibilizzazione e solidarietà. A tutti questi si sono aggiunti nelle ultime ore notissimi personaggi del mondo della cultura, della politica, della moda, dello spettacolo, dell'imprenditoria, tutti assidui e appassionati frequentatori del Kenya. Pronti, con le loro testimonianze e con le loro competenze, ad aiutare un Paese in ginocchio e in bilico tra il potersi prontamente rialzare e il collassare, se non definitivamente, sicuramente per un lungo periodo.

Attualmente il turismo in Kenya ha registrato nei primi tre mesi del 2008 un crollo medio delle presenze turistiche del 60 per cento a livello internazionale con punte dell'84,4 per cento relativamente ai nostri connazionali.

L'azione del Gist si è principalmente mossa su due fronti prioritari: documentarsi sulla reale situazione del Paese, monitorando la stampa internazionale, raccogliendo informazioni da enti e istituzioni (ministeri italiani e kenyani, ambasciate, consolati, chiesa cattolica locale, missionari…) e recarsi sul posto per verificare di persona le informazioni raccolte e documentare l'accaduto e l'attuale situazione, sia dal punto di vista della sicurezza, sia del turismo, ma, soprattutto, sulla situazione sociale e umanitaria che, senza un intervento immediato e di massiccia solidarietà, potrebbe, a breve, avere conseguenze drammatiche per una popolazione sull'orlo di una crisi economica (fame vera ed emergenza sanitaria e sociale) dato che non esistono efficaci ammortizzatori sociali, se non quelli derivanti dal lavoro nel comparto turistico e dall'indotto che ne deriva.

Il primo importante riscontro è quello di aver verificato che nessuna delle zone visitate (e si tratta di quelle frequentate da oltre il 90 per cento dei turisti italiani: tutta la costa Nord, da  Watamu a Lamu, passando per Kilifi e Malindi e del Parco Nazionale dello Tsavo) è mai stata toccata da incidenti di qualsiasi natura: né da dimostrazioni né da scontri e violenze politiche, etniche e religiose. I turisti e i residenti italiani non hanno mai corso e non stanno correndo alcun tipo di rischio. La situazione è estremamente tranquilla. La popolazione ospitale e desiderosa di riaccogliere i turisti nel miglior modo possibile, pienamente consapevole che il loro futuro dipende proprio dal turismo, e da quello italiano in modo particolare.

APPROFONDIMENTI

L'Ambasciatore italiano: "Tornino i turisti" (ripreso da intervista di Stella Pende su Panorama)

Dal Parlamento alle spiagge: l'accordo politico del Presidente Mwai Kibaki con il rivale Raila Odinga vuole diventare una garanzia di passato pericolo per quanti, turisti e imprenditori, avevano cancellato il Kenya per affari e vacanze. «Abbiamo già cambiato il consulente che sconsigliava ai turisti di venire in Kenya -dice l'ambasciatore Pierandrea Magistrati, che ha lavorato molto nell'emergenza della crisi-. Oggi le violenze del dopo elezioni sembrano placate. Una buona ragione per riprendere attività imprenditoriali e commerciali, molto rallentate. Se non paralizzate». Magistrati parla soprattutto del turismo colpito ingiustamente. Ora la Farnesina, pur invitando alla prudenza, riconosce che le condizioni sono migliorate.

Situazione Politica

Non si può peraltro negare che non ci siano state violenze, scontri e morti. Tutto questo ha però coinvolto zone circoscritte e lontane centinaia di chilometri dalle principali zone turistiche. Tutto ha avuto origine dai risultati elettorali del dicembre 2007. Una buona parte del Paese era certa che il potere del Presidente Mwai Kibaki sarebbe stato travolto dalla vittoria dei partiti di opposizione (in Kenya convivono 42 differenti etnie) e principalmente dall'Orange Democratic Movement guidato da Raila Odinga. Ma il Presidente, contrariamente alle aspettative e ai sondaggi, ha vinto nuovamente le elezioni. Si è parlato di brogli elettorali e di mancanza di unità delle opposizioni. Sta di fatto che il partito al potere, il Pnu, ha nuovamente vinto. E questo ha scatenato tutta una serie di odi, violenze etniche e tribali, prima ancora che politiche, scontri, morti e feriti. Le terribili immagini che tutti abbiamo visto in televisione. Ma il clima di tensione si è rasserenato in poche settimane, spegnendosi via via, fino ad arrivare a una situazione di totale controllo, sicurezza e tranquillità. Non si è trattato di un "miracolo", ma di un accordo di spartizione del potere, che finalmente unisce le due principali parti contendenti in uno stabile Governo di Coalizione, con condizioni accettabili da tutti, e che fornisce quindi la soluzione politica che permetterà al Paese di riprendersi dal trauma del disordine civile che ha seguito l'annuncio dei risultati elettorali. Ma cosa è esattamente successo? Durante la crisi il Presidente Mwai Kibaki e l'On. Raila Odinga, capo del partito di opposizione, hanno siglato l'Agreement on the Principles of Partnership of the Coalition Government, accordo per un governo di unità nazionale. L'evento è stato possibile grazie alla mediazione di Kofi Annan e di J. Kikwete, Presidente della Repubblica Unita della Tanzania, nonché Presidente dell'Unione Africana.

Nei giorni in cui una delegazione del Gist era in Kenya per un sopralluogo, è stata votata la riforma costituzionale che lo ha trasformato da Repubblica Presidenziale a Repubblica Parlamentare. L'On. Odinga è stato eletto Primo Ministro (figura prima non prevista dalla costituzione). Dopo lo storico accordo del 27 febbraio 2008 l'On. Odinga, prendendo le distanze dalla sua precedente posizione, si è rivolto a Mwai Kibaki come il Presidente, riconoscendolo in quanto Capo di Stato. Ha dichiarato che nonostante fossero stati avversari durante le elezioni, ora sono compatrioti. E ora l'ordine è totalmente ristabilito e Presidente e Primo Ministro stanno girando insieme tutto il Paese per rassicurare e riappacificare gli animi.

Tutti i numeri del Turismo

L'industria del turismo in Kenya vale oltre 650 milioni di euro. Nel 2007 il trend degli arrivi internazionali è stato molto positivo superando con 1.0048.783 il tetto di un milione di visitatori con una crescita del 10 per cento sull'anno precedente. Con 84.262 arrivi e una crescita del 3 per cento rispetto al 2006, l'Italia rappresenta oggi il terzo mercato internazionale per il Kenya, dopo Regno Unito con 206.644 arrivi e Stati Uniti con 101.8466. Con questi dati l'Italia supera la Germania stabile sulle cifre dell'anno precedente con 83.413 arrivi, diventando il secondo mercato europeo.

La strategia avviata alla fine del 2006 per far conoscere al mercato italiano il Kenya come destinazione "safari" di qualità sta portando buoni risultati: gli arrivi di italiani all'aeroporto internazionale di Nairobi (partenza preferita per itinerari che includono Mt Kenya, Laikipia, i parchi Samburu, Meru, Nakuru e Maasai Mara) sono aumentati del del 12.9 per cento nel 2007, con punte del +37 per cento in alcuni periodi dell'anno. Anche grazie all'introduzione del volo di Air Italy che nel 2007 è stata l'unica compagnia italiana a volare su Nairobi da Milano e Roma.

La crisi politica e i conseguenti scontri verificatisi dopo le elezioni dello scorso 27 dicembre stanno incidendo negativamente sugli arrivi turistici del primo trimestre 2008. Dall'Italia, come da molti altri stati europei, molti dei voli charter per Mombasa sono stati cancellati o hanno ridotto le loro frequenze con la seguente contrazione degli arrivi internazionale. Nei primi tre mesi del 2008 il turismo è collassato con una media del 60 per cento in meno, con punte dell'82,3 per cento dei francesi e dell'84,4 per cento degli italiani.

Lettera di Luca Liguori del 18 febbraio 2008

Cari colleghi,

sono appena tornato dal Kenya dove per alcune settimane ho seguito l'evoluzione della situazione con vari collegamenti in diretta per la Rai-GR1. Son quindi testimone oculare della realtà, una realtà che, spesso, per disinformazione è stata travisata. I disordini e le violenze post elettorali ci sono stati: ma a 1200 km. di distanza dalla costa e dal 'paradiso' di Malindi e Wathamu da cui i turisti italiani sono stati invitati a tenersi alla larga spaventati, appunto, da notizie talvolta inesatte o esagerate. Ora la situazione politica è in via di definitiva soluzione. Non così è per la situazione economica: il turismo, prima fonte del paese, è in ginocchio. Alberghi, villaggi, campi safari, ristoranti chiudono. Migliaia di addetti al settore sono stati licenziati con conseguenze drammatiche per la loro stessa soprvvivenza. Il passo dalla fame alla disperazione è breve, come si sa. Ora la Farnesina ha tolto lo 'sconsiglio' per le zone della costa, mantenendolo invece per quelle colpite dalle violenze di dicembre, al nord del paese. Da Malindi e dintorni mi è giunto questo SOS (che subito vi giro) di operatori del turismo che, come me, amano il Kenya e la sua gente che non merita di pagare sulla propria pelle il prezzo di una crisi così drammatica. Noi del Gist possiamo rispondere a questo appello e fare qualcosa? Frequento il Kenya da oltre 50 anni: ho seguito e raccontato per decenni l'evoluzione della sua storia politica, culturale economica e sociale. Ecco perché, da amico e da giornalista, sono convinto che meriti la nostra collaborazione.

Lettera degli operatori locali: "Riviviamo il Kenya"

Il Kenya è Africa. E' la terra dei safari e offre delle bellissime spiagge lambite dal grande oceano Indiano. Si possono praticare moltissime  attività: i baloon safari, il trekking, la pesca d'altura, dhow cruising, lo snorkelling, la subacquea… Il Kenya emoziona per i suoi paesaggi suggestivi, i profumi, i suoni, i colori ed i sorrisi della sua gente. Chiunque abbia vissuto quest'esperienza difficilmente se ne dimentica.

Il turismo è la terza industria del Paese che, nel 2007 con più di 2 milioni di turisti, ha realizzato oltre 900 milioni di dollari (pari al 20% dell'incoming nazionale) ed è stimato che impieghi, direttamente ed indirettamente, più di un milione di persone.

A seguito delle conseguenze post-elettorali avvenute negli slums di Nairobi, in alcune aree di  Mombasa, a Nakuru e nel triangolo Kisumu - Kericho - Eldoret, migliaia di turisti in arrivo hanno cancellato il loro viaggio in Kenya. Di conseguenza il Paese sta vivendo la sua più grave crisi turistica dall'indipendenza ad oggi.

Vorremmo  sottolineare che:

I turisti, che in questo ultimo mese hanno comunque scelto di venire sulla costa del Kenya, hanno trascorso e stanno trascorrendo delle piacevoli vacanze;

Tutti i Parchi Nazionali e i luoghi di "safari" hanno riportato situazioni di assoluta calma e normalità;

Tutte le destinazioni turistiche kenyane, e in particolare Malindi e Watamu, sono state assolutamente calme, sicure e intoccate dagli scontri;

Gli aeroporti non sono mai stati chiusi e hanno sempre operato e operano regolarmente.

Noi imprenditori di Malindi e Watamu abbiamo mantenuto e intendiamo mantenere aperte le nostre strutture recettive. Vogliamo fortemente contribuire alla ripresa di questo Paese. I turisti che desiderano venire sono attesi, benvenuti e desiderati.

Il Kenya sta ripartendo, ma ha bisogno dell'aiuto di tutti.

Crediamo che i media e le nostre controparti in Europa possano aiutarci in tutto questo e aiutare questo meraviglioso Paese a superare la sua più grave crisi turistica di tutti i tempi.

Comitato per la Promozione Turistica in Kenya, Gruppo di Lavoro Malindi e Watamu

Lettera di 25 agenti di viaggio italiani del 28 gennaio 2008

Spett. Redazione, Cari Colleghi,

Vi scriviamo dalla spiaggia del Blue Bay Village di Watamu al termine di una settimana trascorsa in Kenya. In seguito alle notizie apparse sugli organi di informazione e agli avvisi di sicurezza diramati dal Ministero degli Esteri abbiamo deciso di venire a constatare di persona quale fosse la reale situazione. Siamo partiti il giorno 20 gennaio accompagnati dagli in bocca al lupo di familiari, amici e colleghi con, dobbiamo ammetterlo, un minimo di timore e qualche dubbio sulla situazione che avremmo trovato.

Ci aspettavamo un paese in stato di agitazione, polizia ed esercito sulle strade, un trasferimento da Mombasa a Watamu scortato dalle forze dell'ordine. Nulla di tutto questo! In aeroporto tutte le operazioni si sono svolte nella massima tranquillità. Il trasferimento di circa due ore ci ha permesso di constatare come, sia nei piccoli centri sia nelle grandi città, la vita trascorra come tutti i giorni. Lungo la strada i volti sorridenti dei bambini kenioti ci hanno accompagnato verso la nostra destinazione mentre gli adulti si adoperano in un'esistenza povera, ma vissuta in estrema dignità.

A tutti noi è bastata un'ora per innamorarci di questa splendida terra e dei suoi abitanti e per renderci conto di come la realtà che abbiamo di fronte sia completamente differente dalle notizie che giungono in Italia.

Non vogliamo minimizzare la portata degli eventi che hanno insanguinato nelle scorse settimane le zone più interne del nord e dell'ovest del Kenya e nutriamo il massimo rispetto per le vittime degli scontri politici e tribali, ma, di questi tragici eventi verificatisi a migliaia di chilometri dalla costa, qui non c'è alcuna traccia.

Non ci siamo rinchiusi in villaggio; abbiamo fatto escursioni, safari e partecipato a feste locali. Tutto nella massima sicurezza e tranquillità. La costa keniota vive di turismo e sa che il turista è la principale risorsa per garantirsi una vita dignitosa. La popolazione è quasi completamente impiegata nelle strutture alberghiere e nell'indotto che queste  producono.

Il blocco quasi totale degli arrivi dall'Europa sta facendo precipitare nella miseria milioni di persone.

Noi che abbiamo visto con i nostri occhi questa realtà ci appelliamo a voi colleghi per cercare di cambiare questa situazione. Noi agenti di viaggio, giustamente, ci sentiamo responsabili nei confronti dei nostri clienti, ma non meno importante è la responsabilità che abbiamo nei confronti delle popolazioni locali che li ospitano e che tanto contribuiscono al buon esito delle loro vacanze.

In un momento così difficile per il Kenya abbiamo il dovere morale di aiutare questo Paese tornando a riempire le spiagge keniote di turisti con la certezza di ritrovare in agenzia, al termine delle loro vacanze, dei clienti felici e la soddisfazione di essere riusciti, con il nostro lavoro, ad aiutare milioni di kenioti.

Domani ritorniamo in Italia e immediatamente faremo la nostra  parte, ma noi siamo solo in 25; il Kenya ha bisogno di tutti voi: vendete Kenya, venite in Kenya. In Kenya "hakuna matata" ("nessun problema" in lingua Swaili).

(lettera firmata)

 

Info:

www.magicalkenya.com

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