Un brindisi lombardo-veneto per i rosé Pubblicato il: 29/06/2009 |
Cibo&Vino: Chiaretto e Bardolino |
«Siamo qui per festeggiare un successo» è con queste parole che Lorella Lavo, sindaco di Moniga del Garda, la cittadina bresciana nella quale nel 1896 il senatore veneto Pompeo Molmenti inventò la "ricetta" del Chiaretto, ha alzato il calice lo scorso 26 giugno, durante la cerimonia di apertura di "Italia in Rosa", rassegna dei vini rosati nazionali, insieme con i presidenti dei consorzi di tutela del Bardolino, Giorgio Tommasi, e del Garda Classico, Sante Bonomo, per brindare al dietrofront dell'Unione europea sull'ipotesi di consentire la produzione di vini di colore rosa mediante una miscela di vini bianchi e rossi. Un progetto, quello comunitario, contro il quale i due consorzi gardesani, che condividono la tradizione del Chiaretto, hanno fatto fronte comune, per la prima volta nella loro storia, trovando immediato e convinto sostegno da parte del ministro per le politiche agricole, Luca Zaia, e del sottosegretario alla presidenza del consiglio, Aldo Brancher, ma anche di centinaia di giornalisti, amministratori e semplici appassionati che già a Vinitaly fecero sentire il loro sostegno ai produttori rivieraschi, sottoscrivendo una petizione in difesa dei vini rosati tradizionali. «I vignaioli del lago di Garda hanno saputo parlare ad una voce sola per difendere la loro storia e la loro tradizione» ha affermato il presidente del Garda Classico, Sante Bonomo. «Mi auguro - ha sottolineato il presidente del Bardolino, Giorgio Tommasi - che ora questa collaborazione possa continuare, nell'interesse del mondo vinicolo gardesano». E già si parla di una nuova iniziativa congiunta dei due consorzi rivieraschi del Chiaretto per la prossima Centomiglia velica del lago di Garda. |
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