Sull'Isola Madre Borromeo è attesa la fioritura degli Ibiscus, una esposizione particolarmente attesa perché molto difficile da realizzare. Si tratta infatti di un fiore molto delicato e poco duraturo: ogni giorno nasce e alla sera muore. Per questo la visione delle fioriture si presenta diversa di volta in volta, con esemplari sempre nuovi. La collezione di ibiscus dell'Isola Madre appartiene alla varietà rosa-sinensis che è detta anche "Ibisco della Cina". A rendere famosa questa varietà sono gli splendidi fiori dall'aspetto tropicale: imbutiformi, larghi anche 12 centimetri, mostrano un lungo stilo prominente, circondato da una corolla a cinque petali. I fiori, molto grandi, esistono ormai sotto forma di infinite varietà che vanno dal bianco, all'arancione, al rosa, al fucsia, con varietà multicolori, multipetale o "stropicciate". La collezione è stata messa insieme con pazienza e passione nell'arco di cinque-sei anni ed ora è composta da un centinaio di varietà, sulle 950 presenti al mondo; il clima particolarmente dolce delle Isole Borromee permette la nascita di questo fiore, che è il simbolo dei paesi tropicali. Il nome "ibiscus" deriva dal greco; probabilmente fu assegnato da Dioscoride, il più famoso medico dell'antichità, vissuto nel primo secolo dopo Cristo. Notizie più precise ci sono state riportate da Ghislain de Busbeck, ambasciatore fiammingo alla corte di Solimano il Magnifico a Costantinopoli; durante la sua permanenza in Asia Minore studiò la botanica inviando numerosi esemplari, tra cui l'ibisco, in Olanda. In Polinesia, da sempre, l'ibisco è portato tra i capelli dalle ragazze; i ragazzi invece sono soliti appoggiare un fiore sull'orecchio destro, se sono fidanzati, sull'orecchio sinistro, se sono "liberi". L'ibisco è un arbusto semi rustico che può arrivare a un'altezza tra i 1,5 metri fino a 3/5 metri nelle zone d'origine ed è diffuso in tutti i continenti, in Europa come in Asia, in America e nelle isole del Pacifico. Caratteristici sono i suoi fiori: dotati di 5 petali che formano un imbuto, appariscenti per forma e colore, larghi da 7 fino a 15 centimetri di diametro, talvolta hanno un buonissimo profumo. Dai fiori rosso rubino in infusione si ottiene il Karkadé, parola di origine eritrea che divenne di moda in Italia ai tempi del regime fascista, quando il governo raccomandava di fare uso di prodotti nazionali o importati dalle colonie. Dimenticato nel dopoguerra, sta ora tornando di moda come bevanda dissetante, ma meno eccitante del tè. Ai nostri climi è particolarmente diffuso l'Hibiscus syriacus, che, originario dell'India, si è magnificamente ambientato alle nostre latitudini. Ha fiori larghi circa 7 centimetri, meno appariscenti di quelli dell'Hibiscus rosa-sinensis, ma è stato ibridato da tantissimi appassionati e vanta un numero cospicuo di varietà con le più diverse combinazioni e sfumature di colore. Info: www.borromeoturismo.it
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