Torre Canavese, piccolo comune alle porte di Torino, da giugno scorso è diventato palcoscenico della prima mostra permanente a cielo aperto dedicata al grande maestro del cinema italiano Federico Fellini. Il magico mondo felliniano, con i suoi luoghi e personaggi, prende vita, infatti, nella "Viassa", la suggestiva strada pedonale del centro storico trasformata (unica al mondo) nel primo museo felliniano permanente. Inaugurato lo scorso 21 giugno, permette ai visitatori di immergersi in una vera e propria strada dell'amarcord grazie alle sagome dipinte dal pittore romano Antonello Geleng e di suo figlio Milo in collaborazione con la Galleria Datrino. Queste sagome, a grandezza naturale, sono state realizzate in uno speciale materiale di derivazione navale che permetterà loro di resistere alle variazioni climatiche. All'inizio del percorso lo spettatore trova ad accoglierlo le due sagome a grandezza reale di Zampanò e Gelsomina, indimenticati protagonisti del film "La strada". Sulla sinistra, i fotogrammi di una pellicola cinematografica fanno da cornice ad alcuni disegni originali del Maestro, e più avanti sono i contorni di Fellini all'opera a guardare dall'alto lo spettatore. E poi ancora la Saraghina, la prostituta di "8 e ½", indica il percorso verso la Fontana di Trevi resa immortale dalla Dolce Vita, i cardinali del film "Roma" anticipano la Venusia de "Il Casanova" mentre una luna tridimensionale illumina dall'alto la Viassa, richiamando alla mente uno degli ultimi indimenticabili film, "La voce della luna". Anche Lo sceicco bianco viene incontro allo spettatore sovrastando la strada dall'alto della sua altalena dondolante, mentre a chiudere il percorso sono il pullmino dell'Emiro e il glorioso transatlantico Rex di "Amarcord" le cui dimensioni si avvicinano quasi a quelle reali. TRA ARTE E LEGGENDA. Torre Canavese sembra racchiudere tra i suoi sentieri anche l'affascinante segreto del Santo Graal. Nel cuore di un boschetto, a poca distanza dal paese, sorge un pilone votivo, il Caraver, sul quale è raffigurato il sacro calice. Secondo lo storico Mariano Tomatis Antoniono, il sacro Graal sarebbe nascosto proprio a Torre Canavese. Ad avvalorare la sua tesi il ritrovamento di antichi scritti che hanno portato lo storico torinese ad affermare che la sacra reliquia giunse e rimase proprio in Piemonte. Un luogo dal fascino seducente, reperti di epoca romana, antiche torbiere e case impreziosite dalle pitture inedite dei maggiori artisti canavesi e dell'ex Unione Sovietica fanno di Torre Canavese un vero e proprio "comune delle arti".
|