Itinerari a “caccia” dei patriarchi verdi e parchi naturali tutti da vivere
Pubblicato il: 12/05/2008

> Italia - Emilia Romagna


L'Emilia Romagna è il polmone verde d'Italia, grazie al miliardo e 18 milioni di alberi che ricoprono parte del territorio, in particolare l'area appenninica. Il dato emerge dall'Inventario Nazionale delle Foreste effettuato negli ultimi tre anni dal Corpo Forestale dello Stato (www2.corpoforestale.it) che assegna alla regione il primato del numero di alberi per ettaro: 1816 esemplari contro la media nazionale di 1367 (gli alberi presenti sul territorio nazionale sono 12 miliardi, la regione che ne possiede, globalmente, di più è la Toscana). Si tratta di un importante risultato che evidenzia le attrattive turistiche e ambientali della regione. Tra le specie più presenti ci sono l'abete bianco, il faggio e il castagno. Con l'arrivo della bella stagione l'Emilia Romagna si trasforma in un grande giardino fiorito con percorsi ideali per chi va a caccia di paesaggi suggestivi e di una vacanza all'aria aperta, praticando magari una delle tante attività sportive proposte: dal trekking al cicloturismo, dal golf alle passeggiate a cavallo. Accanto ai fiori di mille colori e agli alberi da frutto che contraddistinguono gran parte del territorio, ci sono anche i patriarchi verdi, giganti della natura che rappresentano molto più di un tesoro culturale e naturale da salvaguardare. Sono, infatti, alberi secolari in grado di raccontarci la storia millenaria di questa terra e molti, tra l'altro, danno ancora ottimi frutti. La loro presenza (sono oltre 800) rende l'Emilia Romagna un vero e proprio museo naturale a cielo aperto visitabile a costo zero. Le strade caratterizzate da questi centenari custodi del territorio possono diventare il filo conduttore di un percorso ecologico che rende unica la vacanza. Tra loro troviamo il Cipresso di San Francesco (ha 800 anni e si trova a Villa Verucchio) che, secondo la leggenda, sarebbe nato da un bastone piantato dallo stesso santo, il Sorbo del Becco (300 anni) o il Platano di Carpinello (ha circa 250 anni e si trova nel forlivese) sotto il quale si dice si soffermasse a pensare Giosuè Carducci.

Vacanza attiva nei parchi naturali. In Emilia Romagna chi ha voglia di vivere qualche giorno immerso nella natura può scegliere tra due parchi nazionali (Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna e Parco Nazionale dell'Appennino Tosco-Emiliano), 13 parchi regionali, 13 riserve naturali e tante riserve statali. Se la parola d'ordine è "vacanza attiva", la regione offre al turista ecologico percorsi lungo i corsi d'acqua a bordo di una canoa o di un kayak, oppure la possibilità di utilizzare deltaplano e parapendio per sorvolare paesaggi incontaminati lasciandosi cullare dal vento. Fra gli sport emergenti c'è anche il tarzaning: si cammina sugli alberi, si passa da un ramo all'altro, si attraversano ponti sospesi, il tutto in completa sicurezza. Per chi vuole arrampicarsi sulle rocce non mancano i luoghi dove fare free climbing. Tanti gli itinerari cicloturistici, molte le aree per l'orienteering (o corsa d'orientamento), rafting, hydrospeed (per discendere il fiume a bordo di una tavola) e le ippovie. Per gli amanti delle escursioni a cavallo, l'Emilia Romagna offre un grande circuito: ben 1600 chilometri di percorsi a disposizione di chi vuole passare una giornata in sella a un cavallo in mezzo alla natura e fra i territori più verdi e incontaminati della regione: parchi, rilievi appenninici, riserve naturali, boschi, pinete, valli del Po. Difficile elencare le bellezze di tutti i Parchi della regione. L'Appennino Piacentino regala un tuffo nel passato con la Riserva Naturale Geologica del Piacenziano, visitarla significa tornare indietro milioni di anni, quando la Pianura Padana era un mare e l'Appennino la sua costa. Sull'Appennino Parmense: il Parco Regionale dei Boschi di Carrega vanta paesaggi talmente belli che per secoli è stato il teatro di caccia prediletto dalla nobiltà parmense. Il territorio di Parma e Reggio Emilia è teatro del Parco Nazionale dell'Appennino Tosco-Emiliano: i parchi dell'Emilia Romagna che vi rientrano sono il Parco dei Cento Laghi e il Parco del Gigante. Nel Parco Regionale del Frignano (Mo) l'Appennino settentrionale sfiora le quote più alte. Qui c'è il Giardino Botanico Esperia (a Pian del Falco), concepito a misura di disabile. Nel bolognese: il Parco Regionale dei laghi di Suviana e Brasimone è noto anche col nome di Parco dei Laghi: si trovano strutture ricettive aperte d'estate dove si possono noleggiare lettini, canoe e tavole da windsurf. Fra le particolarità del Parco Regionale del Corno alle Scale (molto amato dai biker), c'è l'itinerario che ripercorre "la via dei Lanzichenecchi", servi della gleba diventati soldati di Carlo V, che scelsero questi luoghi per stabilirvi la loro dimora. A Ferrara il Parco Regionale Delta del Po è il paradiso del birdwatching. Al Bosco della Mesola è stato allestito un percorso per non vedenti: grazie a una guida e ad apposite tabelle si può percepire l'atmosfera del bosco attraverso tutti i sensi. Il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, monte Falterona e Campigna è l'altro Parco nazionale dell'Emilia Romagna: sono oltre 36 mila ettari che si estendono fra le province di Forlì-Cesena, Arezzo e Firenze. Anche qui un sentiero "per tutti i sensi" articolato in 10 stazioni dotate di pannelli in Braille, terreno attrezzato per carrozzine e corrimano. Un tempo si chiamava "Inferno" la Riserva Naturale Orientata di Onferno, nella provincia di Rimini: all'interno della grotta di Onferno (visitabile con guide) si contano ben 6 specie diverse di pipistrelli. Per saperne di più www.appenninoeverde.org

I "tesori" di Casola Valsenio. La primavera rende l'Emilia Romagna un grande affresco dove al rosa dei fiori del pesco s'intrecciano il bianco dei fiori del ciliegio, dell'albicocco, del pero, del melo, ma anche il giallo delle ginestre, il viola delle violette, il rosso dei papaveri e il verde smeraldo dei prati che coprono le vallate come immensi tappeti. A Casola Valsenio, sulle colline ravennati, c'è il Giardino delle Piante Officinali: nato nel '38, oggi è, per rilievo scientifico, il primo in Italia e uno dei più importanti d'Europa. Si estende per 4 ettari di terrazze e ospita 400 specie di piante che possiedono qualità terapeutiche, coltivate e studiate per il loro utilizzo in medicina, alimentazione e cosmesi. La zona di Casola è famosa anche per i "frutti dimenticati" (in particolare tra il Senio e il Santerno). Qui si possono il giuggiolo, il sorbo, il melo della rosa: colori e profumi che fanno di questa zona un luogo incantato. Dal fondo valle a metà collina spiccano vigneti e uliveti che, con le coltivazioni di kiwi, rendono queste vallate ricche di fascino agreste.

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