Tarcento è una delle "capitali", con Gemona e Cividale, dell'Epifania Friulana. I suoi fuochi epifanici, chiamati Pignarui o Palavins, perpetuano, una ritualità trimillenaria. Al tramonto della giornata del 5 gennaio, i pignarulârs, gli uomini impegnati nell'allestimento si trovano sul palco della rievocazione storica per ricevere dal "Vecchio Venerando", figura simbolica di nonno e di narratore, il fuoco per l'accensione del pignarûl epifanico. La fiaccolata si conclude con la spettacolare corsa dei carri infuocati. Nel pomeriggio dell'Epifania, invece, ecco l'accensione del pignarûl: sia di quello grande di Coja, sia di tutti gli altri, più piccoli, che punteggiano la conca della Perla del Friuli (così è chiamata Tarcento) e dell'intera regione. Sul far della sera del 6 gennaio, un fastoso corteo storico sale presso i ruderi del vecchio maniero dei Frangipane, dove il Vieli Venerando accende il grande falò, il Pignarûl Grant, e predice in base alla direzione del fumo l'andamento della nuova annata. Per l'Epifania del Tallero il 6 gennaio, a partire dalle 9.30 del mattino, il centro storico di Gemona del Friuli inizia ad animarsi al suono dei tamburi. Il corteo storico accompagna il sindaco in Duomo per la celebrazione della Messa del Tallero. Ed è appunto qui, durante la sacra rappresentazione, che il primo cittadino di Gemona consegna un tallero d'argento al parroco a nome dell'intera comunità, in segno di amicizia e collaborazione tra il potere temporale e quello spirituale. Le ritualità medioevali che anticipano e chiudono il cerimoniale rappresentano un momento di particolare suggestione nel contesto di un rito che affonda le sue radici nel lontano Medioevo. Al termine della cerimonia in Duomo, proseguono all'esterno le animazioni dei musici, dei giocolieri e delle compagnie d'armi. Nel tardo pomeriggio, invece, nella vallata gemonese vengono accesi i fuochi propiziatori. Informazioni: www.gemona.fvg.it La Messa dello Spadone, una delle maggiori tradizioni epifaniche del Friuli Venezia Giulia, si celebra ogni 6 gennaio nel Duomo di Cividale del Friuli, in un contesto di grande solennità. La cerimonia ricorda l'investitura che un tempo il Patriarca riceveva dalle mani dell'Imperatore, quale signore feudale di tutta la regione. La spada, con la quale il Diacono saluta con gesti antichi autorità e popolo, è ancora quella originale offerta dai cividalesi al Patriarca Marquardo di Randeck, in occasione del suo ingresso a Cividale nel 1366. Subito dopo la Messa si svolge la rievocazione storica, con nobili e dame, armigeri e cavalieri, balestrieri, notabili, ancelle e falconieri, portabandiera e paggi, preti e frati, eremiti e domenicani, il gastaldo e l'araldo, il boia e il vicedomino, il capitano di Cividale e il Patriarca, tutti rigorosamente in costumi medievali. Il corteo è accompagnato da antiche melodie e suoni tipici del Medioevo. Info: Agenzia Turismo FVG Numero Verde 800.016.044
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