Carnevale valdostano
Pubblicato il: 19/01/2009

Italia - Valle d’Aosta > Febbraio 2009


In Valle d'Aosta sono numerose le località che rivivono con feste e maschere dall'origine lontana gli arcaici riti propiziatori legati alla fine dell'inverno e all'arrivo della primavera.
VALLE DEL GRAN SAN BERNARDO. Il Carnevale più spettacolare è la cosiddetta "Coumba Freida" (cioè "valle fredda", a causa del vento che spira gagliardo per gran parte dell'anno). La prima notizia documentata riguarda Bosses e risale al 1467, ma è solo dopo il passaggio dell'esercito napoleonico nel 1800 che prese il via la tradizionale sfilata della cosiddetta "benda", insieme di maschere, e delle caratteristiche "landzette", i costumi ispirati appunto alle divise dell'esercito francese. Questi abiti costosi, confezionati interamente a mano, sono rifiniti con perline e paillettes e di specchietti che riflettono la luce. Il volto delle landzette è coperto da una maschera (vesadjie) un tempo di legno, oggi solitamente di plastica, in mano tengono una coda di cavallo e in vita hanno una cintura munita di un campanello, tutti elementi simbolici capaci di allontanare gli spiriti maligni. Gli ultimi giorni di carnevale si svolgono le sfilate ufficiali, ma già nelle settimane precedenti, piccoli gruppi mascherati (patoille) fanno visita alle famiglie delle diverse frazioni dove vengono accolti festosamente per bere, mangiare, cantare e scherzare.
SAINT-RHÉMY-EN-BOSSES. Tra il 21 e il 24 febbraio si svolge la manifestazione più complessa e tradizionale. Il corteo è aperto da Napoleone (personaggio apparso solo negli ultimi anni) seguito dalla guida che porta una bandiera e dirige la sfilata con la sua cornetta. Seguono poi i suonatori che precedono il diavolo che indossa un corto mantello rosso bordato di bianco. Seguono, a coppie, personaggi amabili come arlecchini e signorine. Vengono poi i colori, prima i neri (che simboleggiano l'inverno) seguiti dai bianchi (la bella stagione) e in vario ordine tutti gli altri. In fondo al gruppo il matto e la matta, due anziani sposi dai vestiti stracciati, secondo il tipico rovesciamento di ruoli del carnevale. Ma a chiudere il corteo arrivavo il dispettosissimo orso - che simboleggia la natura e la fecondità - ed il suo domatore che lo tiene al guinzaglio.
VERRÈS. Carnevale (21/24 febbraio 2009), che si svolge tra il paese e il medioevale maniero, rievoca una vicenda del 1400 che vede come protagonista Catherine figlia del Conte François de Challant, che, non volendo arrendersi all'impossibilità di ereditare i beni del padre in quanto donna, diede battaglia ai lontani parenti e cercò di ingraziarsi la popolazione invitando gli abitanti a una festa nel castello. Nella realtà storica la Contessa fu costretta a cedere, ma il carnevale continua a rievocare il momento conviviale.
PONT-SAINT-MARTIN. Dal 1910 il carnevale è in parte occasione di rievocazione storica. Nel centro storico il paese in festa rievoca la sconfitta dei Salassi a opera dei Romani che concedono ai vinti la possibilità di una rivincita in una "gara delle bighe". Un'altra parte del carnevale si ispira alla leggenda della "Ninfa" del Lys, il torrente che attraversa l'abitato: sdegnata contro gli abitanti, avrebbe ingrossato il torrente con l'intenzione di distruggere il paese, ma, giunta con l'onda di piena nei pressi del ponte romano, le preghiere del popolo l'avrebbero convinta a piegarsi e a passare oltre senza far danni. Proprio all'unica arcata di questo ponte si appende poi, alla sera del martedì grasso, l'effigie del diavolo (al quale un'altra leggenda ne attribuisce la costruzione, in relazione con il passaggio in paese di San Martino di Tours), che viene bruciata con grande effetto spettacolare.
Info:
Turismo Valle d'Aosta
Tel. 0165.236627
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