Riceviamo e volentieri pubblichiamo.
Spallata lombarda in difesa del Made in Italy. Dal Brennero al Po sono stati quasi duemila gli agricoltori e i rappresentanti di Coldiretti mobilitati in Lombardia per difendere l'agroalimentare italiano e pretendere l'indicazione di origine per tutti i prodotti. «Una richiesta ancora più giustificata dopo quello che abbiamo trovato nei camion che siamo riusciti a intercettare al valico del Brennero e che poi abbiamo seguito fino a destinazione grazie a una rete capillare di 50 staffette che abbiamo mobilitato su tutto il territorio regionale» spiega Nino Andena, Presidente della Coldiretti Lombardia, facendo il bilancio dell'ultima mobilitazione organizzata dalla più grande organizzazione italiana degli agricoltori. In questi giorni sono in corso incontri con soci e dirigenti per valutare la situazione ed eventuali nuove iniziative a salvaguardia del Made in Italy in Lombardia. Sul confine con l'Austria, infatti, fra il 6 e il 7 luglio, sono stati intercettate migliaia di prosciutti dalla Danimarca e dall'Olanda diretti nelle province di Lecco e di Milano, decine di cisterne con latte tedesco e austriaco destinate ad aziende di trasformazione nel cremonese, nel mantovano, nel varesotto e nel milanese. Oltre a quintali di frutta e verdura del Sudamerica importati dai Paesi Bassi, transitati in Svizzera per farli diventare "biologici" e spediti a Verona per poi essere distribuiti ovunque, anche in Lombardia. E ancora, pasta e sughi di pesto fatti in Germania e diretti a Milano. «E' impressionante la quantità di prodotti stranieri che arriva ogni giorno nel nostro Paese» commentano il Presidente Andena e il direttore regionale Eugenio Torchio. Per fare fronte al fiume di camion e cisterne sono scesi in campo, sia al Brennero sia sul territorio lombardo tutti i presidenti e i dirigenti della Coldiretti regionale: mille gli agricoltori al valico con l'Austria e 750 le persone mobilitate con le staffette che con i comitati di accoglienza al latte straniero organizzati davanti agli stabilimenti di Sterilgarda a Castiglione delle Stiviere, della Galbani a Giussago nel Pavese, ancora Galbani - Danone a Casale Cremasco e davanti al salumificio Riva di Molteno in provincia di Lecco. Dal Brennero inoltre due motociclisti della Coldiretti Lombardia hanno seguito ogni volta i camion con i prodotti diretti nella nostra regione passando poi il testimone alle altre squadre sul territorio. A Casale Cremasco gli allevatori sono anche riusciti a bloccare per una ventina di minuti il camion di latte tedesco passato e intercettato al confine austriaco. «E' stata una mobilitazione di massa da parte degli agricoltori di Coldiretti - commenta il Presidente Andena - che ha confermato, bisogna dire purtroppo, il quadro che da tempo tracciamo noi per quanto riguarda l'importazione e l'utilizzo di prodotti stranieri lavorati, trasformati e poi venduti come fossero di origine italiana. Una situazione che danneggia sia gli agricoltori che i consumatori. Per questo stiamo creando una filiera agricola italiana e chiediamo una chiara etichettatura per tutto quello che arriva sulle nostre tavole».
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