Pavese: a far da padroni vite e riso
Pubblicato il: 20/07/2010

Fatti&Personaggi: Giulio De Capitani


«Pavia -ha dichiarato l'assessore regionale all'Agricoltura, Giulio De Capitani- rappresenta una realtà particolare nel panorama agricolo lombardo: possiamo senz'altro dire che è una delle province più vocate dal punto di vista produttivo e con più diversificazione, grazie anche alla differenza morfologica e alla presenza di acqua sul territorio; le produzioni spaziano dall'ortofrutta alle biomasse, anche se le coltivazioni più importanti sono il riso, dove Pavia ha da tempo superato la provincia di Vercelli divenendo la prima produttrice europea, e la vite. Non dimentichiamo, poi, che anche cereali e foraggere rivestono notevole importanza». E' quanto ha dichiarato l'assessore regionale all'Agricoltura, Giulio De Capitani, a Pavia, in un recente incontro con il mondo del settore primario della provincia. Ad accogliere De Capitani, l'assessore regionale alla Casa, Domenico Zambetti, referente del Tavolo Territoriale per Pavia. Erano presenti all'incontro i senatori Daniele Bosone e Roberto Mura, gli onorevoli Carlo Nola e Angelo Zucchi, i consiglieri regionali Angelo Ciocca, Vittorio Pesato e Giuseppe Villani, il presidente dell'Ersaf (Ente regionale per i servizi all'agricoltura e alle foreste) Roberto Albetti, il presidente della Provincia Vittorio Poma e l'assessore provinciale all'Agricoltura Mario Anselmi.

«Gli agricoltori -ha aggiunto De Capitani- sono imprenditori coraggiosi che assumono rischi anche in tempi difficili per l'economia». La partita cruciale dell'agricoltura si gioca sul Programma di sviluppo rurale (Psr). «Esattamente quest'anno - ha detto De Capitani - abbiamo l'opportunità di un ultimo riorientamento del Psr così da rendere questo strumento ancora più efficace per lo sviluppo competitivo delle nostre imprese». «La provincia di Pavia, pur non essendo caratterizzata da forte antropizzazione e carico infrastrutturale -ha spiegato De Capitani-, ha visto negli ultimi anni diminuire lievemente la superficie agraria utile (da 181.525 ettari nel 2007 a 179.037 nel 2009) mentre la parcellizzazione fondiaria è decisamente più limitata che altrove. Quanto alle colture, come noto sono il riso e la vite a farla da padroni con il primo che interessa 79.200 ettari, contro una superficie lombarda di 93.400 circa e una nazionale di 224mila».  

Il mondo del riso agricolo pavese è in progresso, potendo contare su una superficie di 88mila ettari seminati nel 2010; tuttavia necessita di attenzione costante, anche in funzione della predisposizione del Piano di gestione della Zona di protezione speciale (Zsp) in Lomellina. «Quanto alla vite -ha aggiunto-, nel 2008 le erano riservati quasi 13mila ettari, contro un totale lombardo di quasi 23mila». Nel Pavese interessanti anche i dati del biologico. Nel 2008, con 242 aziende agricole, Pavia era sul terzo gradino del podio del settore in Lombardia.

«Sul fronte delle risorse -ha concluso De Capitani-, Pavia ha potuto usufruire di alcune linee d'azione e di finanziamento destinate a questo comparto da Regione Lombardia. Oltre al Psr ricordo la Pac (Politica agricola comune) e le risorse della legge regionale 31 del 2008. Dal Psr Pavia ha ottenuto, dal 2008, oltre 20,5 milioni di euro destinate sia alla filiera sia alla valorizzazione delle foreste nonché all'economia rurale. Sul versante della Pac, invece, le risorse annuali si attestano poco oltre gli 86 milioni. In merito ai fondi regionali, nella legislatura appena trascorsa, a Pavia sono stati erogati oltre 26 milioni sia per il trasferimento delle deleghe, che in ambiti quali la competitività, la promozione, le calamità, la caccia e la pesca, la salvaguardia del territorio, per citare i principali ambiti d'intervento».

(Fonte Lombardia Notizie)

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