Il Bhutan costituisce una delle nazioni più remote dell'area himalayana, e al tempo stesso anche una delle più integre e interessanti. Compresso tra le fitte giungle tropicali dell'India a sud e gli aridi altopiani del Tibet cinese a nord, questo regno ha aperto le frontiere agli stranieri soltanto nel 1974, ponendo termine ad un volontario isolamento millenario che aveva conservato fino al XX sec una società feudale e medievale. Ma anche in grado di recuperare in pochi decenni e di assimilare concetti moderni e addirittura avveniristici: ben un terzo del territorio è stato dichiarato parco nazionale, tutti i monumenti storici vengono protetti, è severamente vietato fumare ovunque per legge e i sacchetti di plastica sono stati aboliti da tempo. Uno dei pochi regni buddisti ad aver mantenuto un giusto equilibrio tra tradizione e modernità.
Un viaggio in questo Paese offre diversi spunti: ambiente, paesaggio, architettura e festival religiosi. Il territorio spazia dalle pianure nella valle del Brahmaputra, poco sopra il livello del mare, alle colline e agli altopiani centrali a 2-3.000 m fortemente incisi dai fiumi, fino alle cime del versante sud dell'Himalaya alte fino a 7.500 m, molte ancora inviolate perché interdette agli alpinisti. Il 72 per cento si presenta ricoperto da foreste intatte, il 20 da nevi perenni, il 26 da aree protette che ospitano elefanti, leopardi, tigri, scimmie, rinoceronti, orsi, panda, cervi, antilopi e tanti uccelli, con una delle maggiori biodiversità del pianeta. Singolari le abitazioni rurali, assai simili agli chalet svizzeri, in un contesto lindo e ordinato (tanto da meritare l'appellativo di "Svizzera del continente indiano"). Ovunque il paesaggio risulta dominato dagli "dzong" (ce ne sono 1.300), imponenti costruzioni situate in punti strategici che sono, nello stesso tempo, monasteri, templi, fortezze militari e centri amministrativi. Esiste poi una quantità incredibile di edifici religiosi: i "goemba" sono monasteri buddisti ubicati spesso in luoghi appartati e di non facile accesso, contenenti uno o più templi con le cappelle di preghiera, gli altari e le statue delle divinità. Infine i "chorten" sono dei piccoli stupa (edifici religiosi che possono variare per forma e dimensione, originalmente erano un semplice monticello di fango o argilla, poi sono stati formati da cinque componenti, il primo è la base quadrata, che sono identificati con i cinque elementi: terra, acqua, fuoco, aria e spazio). Sono presenti un po' ovunque, contenenti reliquie e luoghi di preghiera e di offerte. Dopo la distruzione cinese delle opere d'arte in Tibet, quelle del Bhutan sono rimaste le uniche testimonianze della cultura religiosa e artistica del buddismo tibetano.
Gran parte degli "dzong" e dei monasteri organizzano una grande festa annuale (dato il loro elevato numero, in ogni momento dell'anno ce ne sono parecchi in contemporanea), le quali costituiscono momenti di intensa suggestione scenografica e di aggregazione sociale, con musiche, danze, canti, rappresentazioni teatrali, cerimonie religiose, preghiere, processioni votive, benedizioni e mercatini, che durano tre giorni dall'alba al pomeriggio, il tutto al suono di tamburi, gong, trombe e cimbali.
IL VIAGGIO. L'operatore milanese "Adenium - Soluzioni di viaggio" propone dal 18 al 29 settembre in Bhutan un tour di 12 giorni che per comodità di accesso prevede anche alcuni giorni in Nepal, con visite della medievale capitale Kathmandu e delle principali località artistiche della sua splendida vallata, riconosciuta dall'Unesco come patrimonio dell'umanità. In Bhutan verranno visitati alcuni dei principali monumenti storici, artistici e religiosi, con la possibilità di assistere a Bumthang ad uno dei più importanti festival religiosi. Partenza con volo di linea da Milano via Doha, pernottamenti in hotel a 3, 4 e 5 stelle con pensione completa, accompagnatrice dall'Italia, assicurazione e documentazione, quote da 4.300 euro.
Info: www.adeniumtravel.it
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