Itinerario tra manieri “infestati” (2)
Pubblicato il: 19/01/2009

Italia – Emilia Romagna - Ducato di Parma e Piacenza


E' invece la presenza del Pier Maria Scotti, meglio conosciuto con l'appellativo de "Il Buso", ad infestare il Castello di Agazzano. Pugnalato a morte e poi gettato nel fossato nel 1514 da Astorri Visconte e Giovanni da Birago, che riuscirono ad impadronirsi del maniero, "Il Buso" si aggira tra le mura con fare serio e guardingo oppure corre facendo ruotare la spada e, dopo una serie di rumori metallici e di urla, scompare lasciandosi dietro solo i lamenti. E' un fantasma pacifico, descritto come un uomo alto con una corazza scura, pantaloni di pelle, stivali, elmo con penna azzurra e spada in mano.
Il Castello di Gropparello è invece la prigione di Rosania Fulgosio, che sarebbe stata murata viva nel Duecento dal marito Pietrone da Cagnano in un luogo nascosto delle segrete, per punirla di un suo tradimento con Lancillotto Anguissola, antico amore di gioventù. Per questo, il suo spirito si aggirerebbe ancora tra queste mura, facendo udire i suoi lamenti nelle notti di tempesta.
A Grazzano Visconti il fantasma risponde al dolce nome di Aloisa. Ben in carne, le braccia conserte al seno, dal suo basamento vicino alla piazza del Biscione occhieggia i turisti, e le sue sembianze sono fedeli al ritratto che lei fece di sé stessa guidando la mano di una medium nel corso di una seduta spiritica. Durante la quale raccontò anche la propria storia. Sposa di un capitano di Milizia, morì di gelosia in seguito al tradimento del marito, e da allora vaga per il castello e il parco: "Io sono Aloisa e porto Amore e profumo alle Belle che donano il loro sorriso a Grazzano Visconti". Si dice che di notte tiri i piedi e schiaffeggi gli ospiti del castello, l'unico modo per placarne l'ira è quello di appendere alla sua statua collane e monili… che infatti il simulacro sfoggia, esibendo i tanti doni ricevuti nel corso degli anni. Dopo una mostra e diversi articoli a lei dedicati, oggi Aloisa è diventata una specie di San Valentino in gonnella, una protettrice degli innamorati.
Avrebbe abitato il Castello di Bardi sul finire del Quattrocento il cavaliere Moroello, che, innamorato ricambiato della castellana sedicenne Soleste, ma da questa diviso per diversa classe sociale, partì per una spedizione di guerra. Vedendo ritornare soltanto l'esercito con le insegne del nemico, Soleste lo credette morto e si gettò dalle mura vicine al mastio. Moroello, che invece stava tornando con il trofeo della vittoria, saputa la notizia della sua morte, si suicidò a sua volta. L'aggirarsi inquieto del suo spirito è stato addirittura fotografato: Michele Disincastro e Daniele Gullà, due parapsicologi bolognesi, armati di una Pentax e di una termocamera per la lettura e visualizzazione delle variazioni del gradiente termico dell'ambiente, sono riusciti a immortalarlo. Con un piccolo brivido lungo la schiena…
Info:
Associazione Castelli del Ducato di Parma e Piacenza
Tel. 0521.829055
www.castellidelducato.it

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