Quasi la totalità del territorio egiziano è occupato da un deserto arido e improduttivo formato da brulli rilievi montuosi e da enormi distese di dune sabbiose che iniziano appena oltre le verdi sponde del grande fiume. Subito ad occidente del Nilo si estende per centinaia di chilometri verso ovest, fino al confine con la Libia e oltre, e poi per un migliaio di chilometri dal Mediterraneo al Sudan e ancora oltre, il mastodontico Deserto Occidentale egiziano, una delle regioni più aride e spopolate della terra. Infatti se il Sahara in generale riceve in media 100 millimetri di pioggia all'anno, qui la media raggiunge appena i 5 millimetri, giustificando appieno l'assenza di insediamenti umani anche nomadi e temporanei, nonché di piste di attraversamento per l'assenza di punti di rifornimento idrico durante il percorso.
Il Deserto Occidentale appare caratterizzato nella sua zona mediana da una serie di enormi depressioni, fondi di antichi mari, che scendono anche sotto il livello del mare (El Qattarah, la più settentrionale, scende fino a -134 m), intercettando vene superficiali d'acqua termale e non, dolce e salata. La presenza di acque affioranti in queste enormi conche ha reso possibile la coltivazione e l'allevamento e quindi la presenza umana in pieno deserto, dando vita ad una serie di oasi (Siwa, El Fayoum, Bahariya, Farafra, Dakhla e Kharga) che hanno consentito la vita in uno dei deserti più aridi del pianeta, punti imprescindibili del commercio transahariano nella regione.
Il turismo sahariano in Egitto si concentra essenzialmente sulle oasi, ricche di fascino per il loro isolamento, per la presenza di monumenti storici e per gli spettacolari ambienti naturali e ben collegate tra di loro, oppure parte dalle oasi per spingersi ancora più ad occidente per esplorare il deserto più assoluto del Gran Mare di Sabbia o dei rilievi montuosi del Gilf Kebir e del Jebel Awainat. Ma esiste anche un'altra regione di vaste dimensioni, di aspetto spettacolare e di interesse straordinario, non ancora scoperta dal turismo, che si sviluppa invece tra le sponde occidentali del Nilo e le oasi centrali di Farafra e Bahariya. L'itinerario parte dalla piramidi del Cairo e segue la strada delle oasi verso ovest; dopo 60 km la si abbandona per scendere nella grande depressione del Fayoum, la più vicina alla capitale, dove un braccio del Nilo alimenta il grande lago Birket Qarun, che visto da lontano sembra un mare in mezzo al deserto. Gli strati di roccia dal colori psichedelici e dalle forme curiose hanno restituito importanti fossili marini e terresti risalenti a 30/40 milioni di anni fa e montagne di conchiglie si trovano un po' ovunque, mentre un'apposita riserva protegge una foresta pietrificata con alberi alti fino a 20 m e si incontra una strada romana lastricata con frammenti di tronchi fossili. Il Jebel Qatrani viene considerato il maggior giacimento di fossili al mondo.
Per il suo clima mite l'oasi del Fayoum fu utilizzata come territorio di caccia reale già nell'Antico Regno, poi i faraoni della XII dinastia vi trasferirono la loro capitale, Krokodilopolis. Innumerevoli i resti di epoca egizia: da non perdere il tempio-fortezza di Qasr es-Sagha, dell'Antico Regno, dedicato al dio coccodrillo Sobek, e la città fortificata tolemaica di Dimeh, racchiusa entro mura di mattoni alte 9 m. Due piccoli laghi offrono alcune cascate, ben rare in Egitto, e rifugio per un gran numero di uccelli acquatici, mentre poco oltre Wadi Heitan, protetto dall'Unesco come patrimonio dell'umanità, presenta in pieno deserto il più ricco e importante giacimento al mondo di balene e cetacei fossili, vecchio di 40 milioni di anni, epoca in cui le balene passarono da mammiferi terrestri a marini. Si prosegue quindi verso sud in un deserto assolutamente intonso costeggiando per due giorni Ghurd Abu Muharrik, una catena di dune longitudinale lunga oltre 500 km (forse la più lunga della terra), fino ad attraversarla per raggiungere la Djara Cave, una delle rarissime grotte carsiche del Sahara adorna di enormi concrezioni alabastrine e di incisioni preistoriche. L'oasi di Farafra regala un bagno ristoratore in una delle sue innumerevoli sorgenti termali, una galleria d'arte di un curioso artista locale e, soprattutto, l'inattesa spettacolarità del vasto Deserto Bianco, una selva infinita di pinnacoli di candido calcare erosi dal vento in mille forme bizzarre. Attraverso il Deserto Nero, serie di coni scuri di forma vulcanica, si raggiunge infine l'oasi di Bahariya, dove nel 1996 è stata scoperta la maggior necropoli di età tolemaico-romana, accreditata di circa diecimila mummie: da non perdere la visita al museo delle mummie d'oro e di due tombe affrescate con un pregevole ciclo di pitture funerarie.
IL VIAGGIO. L'operatore milanese "I Viaggi di Maurizio Levi" è il primo a proporre come novità questa spedizione di 8 giorni nel deserto egiziano tra il Nilo e le oasi centrali. Partenze mensili di gruppo con voli di linea da Milano e Roma fino a maggio 2011, oppure individuali settimanali minimo 2 persone, pernottamenti in hotel e 5 notti in tenda con pensione completa, accompagnatore dall'Italia, quote da 1.340 euro. Nel deserto occidentale egiziano Viaggi Levi propone anche un itinerario di 9 giorni dedicato al Gran Mare di Sabbia e alle oasi di Siwa, Farafra e Bahariya, uno di 15 giorni che ai precedenti aggiunge il massiccio montuoso del Gilf Kebir, uno di 18 giorni che oltre ai precedenti tocca il massiccio del Jebel Uweinat, ai confini con Libia e Sudan, Abu Simbel, il lago Nasser e Aswan, nonché uno di 9 giorni navigando lungo le sponde del lago Nasser su un piccolo confortevole battello e infine una traversata soft di tutto il deserto egiziano, dal Mediterraneo a Luxor, toccando tutte le oasi.
Info: www.deserti-viaggilevi.it
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