Il 2011 potrebbe essere un anno storico per i siti palafitticoli del Trentino sudoccidentale. Le aree di Molina di Ledro e di Fiavé potrebbero essere infatti nominate fra pochi mesi dall'Unesco Patrimonio dell'Umanità. Il sito ledrense è un vero e proprio punto di riferimento per gli studiosi dell'età del Bronzo (1800-1300 a.C.) e per gli appassionati di archeologia, e l'adiacente museo conserva manufatti risalenti ad oltre 4000 anni fa, raccolti nell'insediamento palafitticolo del suggestivo lago di Ledro. A Fiavé, invece, sono presenti strutture e testimonianze di vita con insediamenti su palafitte del periodo dal 2300 al 1200 a.C.: l'imponente sito costituisce uno dei rinvenimenti preistorici più interessanti d'Europa, presentando un alto numero di resti di pali di pino, larice e abete e celando molte testimonianze dell'era preistorica. Qui si prevede di inaugurare il relativo museo il prossimo anno.
La candidatura a patrimonio dell'umanità fa parte di un progetto Unesco che riguarda tutto l'arco alpino e che sarà completato l'anno prossimo. L'Italia sta infatti partecipando al progetto transnazionale per l'iscrizione nell'elenco mondiale dei siti palafitticoli preistorici dell'intero arco alpino. Svizzera, Francia, Germania, Austria e Slovenia i Paesi coinvolti oltre il nostro, per un totale di 156 aree di cui 25 sparse tra Lombardia, Veneto, Piemonte, Friuli Venezia-Giulia, ed appunto Trentino con Ledro e Fiavé. Il lavoro svolto finora è stato di carattere tecnico e scientifico destinato alla redazione del dossier di candidatura. Le candidature di Ledro e Fiavé sono una grande opportunità per il Trentino, un'occasione per dare visibilità alla ricchezza data dal patrimonio culturale locale e per supportare progetti di turismo culturale e didattico.
Gli abitati preistorici su palafitte e nelle torbiere sono un fenomeno caratteristico delle regioni circumalpine. Nei numerosi laghi e paludi del territorio essi si sono conservati in ottimo stato e rappresentano monumenti unici di straordinaria importanza scientifica. In nessun altro luogo del mondo è così chiaramente documentata l'evoluzione di abitati neolitici e delle età dei metalli; attraverso i resti è possibile seguire lo sviluppo della tecnologia ed i passaggi dall'Età del rame a quelle del bronzo e del ferro.
I motivi per cui le costruzioni su palafitte sono candidate a patrimonio dell'Unesco sono dati dagli insediamenti e dai resti organici in ottimo stato di conservazione che permettono una visione completa della storia dei primi contadini del centro Europa, delle loro abitudini di vita, dell'agricoltura e dell'allevamento. I resti palafitticoli rappresentano inoltre fonti preziose di informazioni e archivi per le scienze naturali, come l'archeobiologia e la ricerca climatica.
Info: www.palafitteledro.it - www.visitacomano.it |