In piazza Duomo apre il Museo del Novecento
Pubblicato il: 06/12/2010

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Apre al pubblico il 6 dicembre in piazza Duomo, negli storici ambienti del Palazzo dell'Arengario, il Museo del Novecento. Il nuovo spazio museale del Comune di Milano dedicato all'esposizione di oltre 400 opere d'arte del XX secolo sarà visitabile gratuitamente fino al 28 febbraio 2011. «Il Museo del Novecento, nato dalla trasformazione del Palazzo dell'Arengario, rappresenta una delle più grandi opere europee dedicate alla cultura -spiega il Sindaco di Milano, Letizia Moratti-. Un luogo prestigioso, nel cuore della città, dove poter conoscere e approfondire l'arte del Novecento ammirando le grandi collezioni che Milano ha ereditato e costruito nel tempo incrementando le Civiche Raccolte milanesi. Un patrimonio della città che con questo museo diventa opportunità di conoscenza per tutti».

Il Museo del Novecento si estende su una superficie di 8.200 mq di cui 4mila dedicati allo spazio espositivo. Quattrocento le opere in mostra, esito di una rigida selezione, tutte appartenenti alle Civiche Raccolte Artistiche del Comune di Milano. Un percorso complesso ed articolato, che parte dal "Quarto Stato" di Giuseppe Pellizza da Volpedo,. Installata sulla rampa elicoidale, realizzata al centro dell'Arengario, l'opera di Pellizza da Volpedo, che fu dipinta tra il 1898 e il 1902, venne acquistata per pubblica sottoscrizione dal Comune di Milano nel 1920. E' da qui che parte uno straordinario percorso alla scoperta dell'arte del XX secolo e in modo particolare di quelle correnti che hanno fatto grande la città di Milano. Prima di immergersi nel Futurismo, movimento che si è sviluppato proprio nel capoluogo lombardo a partire dal 1909, si attraversa un'ampia sezione dedicata alle Avanguardie internazionali della collezione Jucker, acquisita dal Comune di Milano nel 1992 e di cui numerose opere sono presenti, oltre che in questa prima parte, in altre sezioni del museo.

La prima grande sala del Museo del Novecento, detta "delle Colonne", è dedicata, con criterio monografico, a Umberto Boccioni, con una collezione unica al mondo che comprende il manifesto pittorico del futurismo "Elasticità" (1912). Quindi una sezione interamente dedicata al Futurismo con opere di Giacomo Balla, Carlo Carrà, Gino Severini, Ardengo Soffici, Achille Funi, Fortunato Depero, Mario Sironi. La sezione si chiude con "Natura morta con squadra" di Carrà del 1917 che anticipa i cambiamenti di linguaggio del dopoguerra. La sezione dedicata a Boccioni è la prima di otto monografie che vedono protagonisti Giorgio Morandi, Arturo Martini, Giorgio de Chirico, Fausto Melotti, Lucio Fontana, Piero Manzoni, Marino Marini.

Passato il Futurismo e le sale monografiche di de Chirico, Morandi e Martini, ci si immerge nel Novecento italiano con l'arte degli anni Venti e Trenta, con opere di Mario Sironi, Carlo Carrà, Virgilio Guidi, Piero Marussig, Felice Casorati, seguono l'Arte Monumentale e Antinovecento con opere, tra gli altri, di Renato Birolli, Aligi Sassu, Massimo Campigli, Scipione e Filippo De Pisis. Chiude la manica lunga del secondo piano una sezione di opere degli anni Trenta di Fausto Melotti e di astratti comaschi. A Lucio Fontana è stato dedicato il salone della torre dell'Arengario. La sala è stata progettata come un'enorme opera ambientale allo scopo di allestire il soffitto del 1956 proveniente dall'Hotel del Golfo di Procchio all'Isola d'Elba, concesso in deposito dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, nonché la "Struttura al neon" (1951) di proprietà della Fondazione Fontana e i "Concetti spaziali" degli anni Cinquanta. Da qui, ultimo piano della torre dell'Arengario, ci si affaccia su piazza del Duomo. Una vista panoramica di 180 gradi che permette di osservare la piazza e la Cattedrale avvolti in un silenzio surreale  e suggestivo.

Successivamente, al terzo piano, si trova una sala dedicata ad Alberto Burri e alle opere degli anni Cinquanta dei maggiori maestri italiani quali Emilio Vedova, Giuseppe Capogrossi, Gastone Novelli, Osvaldo Licini, Tancredi Parmeggiani, Carla Accardi. La sezione conclusiva, oltre 1200 metri quadri situati nella manica lunga al secondo piano di Palazzo Reale e collegati all'Arengario da una passerella sospesa,  è dedicata agli anni Sessanta e termina con "senza titolo (Rosa nera)" del 1964 di Janis Kounellis. Passata la passerella aerea si incontra una "Scultura d'ombra" (2010) realizzata ad hoc per il museo da Claudio Parmiggiani. Quindi segue una grande sezione riservata all'Arte Cinetica e Programmata anticipata da "Aconà Bicombì" di Bruno Munari e seguita da una serie di opere di Enzo Mari, Getulio Alviani, Dadamaino e opere e ambienti degli artisti del Gruppo T: Giovanni Anceschi, Davide Boriani, Gianni Colombo, Gabriele Devecchi e Grazia Varisco. Segue la sala dedicata alle nuove figurazioni dal Realismo esistenziale alla Pop Art con Valerio Adami, Bepi Romagnoni, Franco Angeli, Alik Cavaliere, Enrico Baj, Emilio Tadini e Mimmo Rotella, con "Decisioni al tramonto" (1961) e una selezione di artisti della Pittura Analitica con opere di vari artisti tra cui Rodolfo Aricò, Claudio Verna e Giorgio Griffa.
 
La fine del percorso espositivo è dedicata all'Arte Povera e a Luciano Fabro in omaggio al quale è stato ricreato, per allestire un nucleo di opere degli anni Sessanta, l'ambiente "Habitat" ideato per il Pac nel 1980. Presenti in questa sezione Alighiero Boetti,  Michelangelo Pistoletto, Pier Paolo Calzolari, Giulio Paolini, Mario Merz, Giuseppe Penone, Jannis Kounellis, Giovanni Anselmo e Gilberto Zorio. A lato la sezione dedicata a Marino Marini. Questa collezione è stata infatti trasferita dalla Galleria d'Arte Moderna di Villa Reale all'Arengario, in coerenza con il patrimonio artistico novecentesco valorizzato nel Museo del Novecento.

Lo spazio mostre verrà di volta in volta dedicato ad esposizioni ispirate da opere della collezione non esposte, in modo da offrire al pubblico una visione più ampia del patrimonio delle Civiche Raccolte d'arte approfondendo anche i movimenti successivi al 1968, anno ideale di chiusura del percorso del museo. studiato da un comitato scientifico di altissimo livello, creato ad hoc per lo spazio milanese, presieduto dal Direttore Centrale Cultura Massimo Accarisi e dal Direttore Settore Musei del Comune di Milano Claudio Salsi, coordinato da Marina Pugliese, Direttore del Progetto Museo del Novecento e composto da Piergiovanni Castagnoli già direttore della GAM di Torino, Flavio Fergonzi, Docente di Storia dell'Arte Contemporanea presso l'Università degli Studi di Udine, Lucia Matino, ex Direttore delle Raccolte d'Arte, Antonello Negri, Docente di Storia dell'Arte Contemporanea presso l'Università degli Studi di Milano e Vicente Todolì, già Direttore della Tate Modern di Londra.

Info:
www.museodelnovecento.org

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