Riceviamo e volentieri pubblichiamo
(E' stato presentato a Roma nei giorni scorsi il consuntivo di un anno di lavoro, n.d.r.): 223.207 pareri di conformità emessi, oltre 19.000 visite ispettive, controlli su oltre 1 miliardo di bottiglie e una squadra di 200 persone che lavora full time su questo progetto. Sono solo alcuni dei numeri emersi dalla presentazione del consuntivo 2010 di Valoritalia, organismo istituzionale che ha visto la luce il 1 agosto del 2009.
«Valoritalia nasce dall'esigenza di dare una risposta operativa alle nuove norme stabilite da Bruxelles -ha spiegato il Presidente Riccardo Ricci Curbastro-. L'Unione Europea ha infatti imposto anche al nostro Paese l'obbligo dell'applicazione di un sistema di controlli per la certificazione dei vini di qualità che fosse completamente indipendente. In Italia tale certificazione era attuata anche dai Consorzi di Tutela, oggi non più compatibili con l'obbligo di terzietà dell'organismo di controllo. Possiamo dire che sono stati mesi di lavoro intenso e di alto profilo, svolto tra mille difficoltà ma che ci ha portato a poterci porre come essenziale punto di riferimento per tutti coloro che operano nel settore vitivinicolo».
Molte le sfide affrontate e vinte da Valoritalia nella sua finora breve storia. La prima, estremamente complessa, quella di aver garantito immediata operatività sin dall'esordio e di aver reso applicativo il nuovo sistema senza interrompere o ritardare la certificazione e la commercializzazione delle Doc e delle Docg italiane. La seconda sfida superata è stata quella di salvaguardare le centinaia di posti di lavoro e le professionalità acquisite che erano e rimangono una grandissima risorsa per l'intero comparto.
«Ad oggi possiamo dire che le Denominazione coinvolte nel nostro lavoro sono 176 (144 Doc e 32 Docg) -sottolinea Ezio Pelissetti, Consigliere Delegato di Valoritalia- che rappresentano il 72% del vino italiano a D.O. (Denominazione di Origine, n.d.r.). Questo garantisce una conoscenza approfondita e strutturata del mondo delle Denominazioni: siamo in grado di fornire una mole di dati rilevante che va dalla produzione di uva di ogni vigneto e vendemmia ai volumi di vino certificato a D.O., dai volumi di vino destinati al consumatore alle giacenze totali di ogni vendemmia. In sintesi abbiamo creato un database che, attraverso la pubblicazione editoriale e il portale web con aggiornamento trimestrale, costituisce un formidabile strumento di lavoro per i produttori e per gli addetti ai lavori".
Ma l'incontro ha fornito anche l'occasione di delineare i progetti futuri di Valoritalia che, dal punto di vista delle certificazioni, andranno a toccare i vini varietali, quelli Igt, il settore biologico e le certificazioni in ambito volontario. «Lavoreremo molto sulla semplificazione degli oneri burocratici con relativo abbassamento dei costi per le aziende -ha concluso Ricci Curbastro-. Gli step futuri vedono l'eliminazione degli Albi degli imbottigliatori e di quelli dei vigneti e delle vigne. Quindi l'inserimento dello "sportello unico" per le denunce delle uve e le rivendicazioni delle produzioni tramite i servizi del Sian. Ovviamente opereremo per una riduzione dei costi per la certificazione e per un'innovazione del sistema tariffario. E per una quota di sussidiarietà tra le Denominazioni e i produttori che ha come fine ultimo quello di garantire l'indispensabile serenità degli operatori che rimane uno dei nostri principali obiettivi».
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