Algeria: le testimonianze archeologiche dell’antica presenza romana Pubblicato il: 07/02/2011 |
Di Tour In Tour: Adenium – Soluzioni di viaggio > 3/9 aprile 2011 |
Non ci si dovrebbe stupire nello scoprire, entro i confini dell'Algeria, dei resti di molteplici e ragguardevoli insediamenti romani (quelli classificati sono oltre 500) sopravvissuti alle ingiurie del tempo e degli uomini, in grado di attestare la massiccia presenza di Roma su questa sponda del Mediterraneo. Tipasa e Cherchell, porti ad ovest di Algeri, oppure Timgad, Djemila e Ippona più all'interno sugli altipiani settentrionali, sono ad esempio i nomi di città romane pressocché sconosciute al grosso pubblico, ma degne di miglior fama per le loro consistenti dimensioni, per l'ottimo stato di conservazione, per l'enorme varietà e l'insuperabile bellezza dei loro mosaici, e infine anche per il suggestivo contesto ambientale in cui si trovano. I porti naturali disseminati lungo i 1.200 km della costa rocciosa algerina cominciarono ad essere frequentati, già all'inizio del primo millennio a.C., dai commercianti fenici, seguiti poi dai greci e dai cartaginesi, quest'ultima antica colonia fenicia. Con la caduta di Cartagine nel 146 a.C. entrano in scena i romani che, dai porti costieri usati massicciamente come terminali del commercio transahariano, si espando pian piano nell'interno per colonizzare le fertili vallate e gli altopiani dell'Atlante telliano, gran produttore di cereali, di uva e di olio, di legname e di bestiame, tra cui i possenti cavalli che saranno alla base della nascita della cavalleria romana, prima in accordo o in contrasto poi in dominio con i preesistenti regni berberi locali. Con la nascita di insediamenti agricoli, di campi fortificati e di imponenti città popolate da veterani dell'esercito, da commercianti e banchieri, servite da una fitta rete di strade, ponti e acquedotti, l'Algeria diventa per oltre cinque secoli una delle maggiori fonti di approvvigionamento agricolo dell'impero, giustificando la presenza di un così elevato numero di insediamenti, nonché la loro imponenza e opulenza monumentale, ammirati oggi dai turisti e descritti in passato dai due maggiori figli di questa terra, lo scrittore Apuleio e il teologo Sant'Agostino. |
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