Quaranta oggetti, tra cui alcuni capolavori, di una delle collezioni d'arte etrusca più importanti d'Europa, quella del Louvre di Parigi, saranno esposti in Italia, a Cortona (Arezzo) nel cuore dell'Etruria. E' l'"Arianna da Falerii", pervenuta al Museo del Louvre nel 1863 insieme a una consistente parte della celebre collezione Campana, l'opera "simbolo" dell'importante mostra "Gli Etruschi dall'Arno al Tevere" in programma dal 5 marzo al 3 luglio presso il Maec-Museo dell'Accademia Etrusca e della Città di Cortona. Un evento reso possibile grazie all'eccezionale collaborazione avviata con il Museo del Louvre, che nei mesi scorsi ha sottoscritto un accordo triennale con Cortona, antica lucumonia etrusca, a conferma (dopo la mostra realizzata due anni fa con il Museo Ermitage di San Pietroburgo) della rilevanza assunta a livello internazionale dalla città toscana sul tema degli Etruschi. Il primo risultato di questa convenzione è il progetto espositivo, condiviso tra studiosi francesi e italiani, che darà modo di apprezzare la ricchezza e la varietà della collezione del Louvre, tra le più significative in Europa, capace di testimoniare, con opere esemplari, la complessità della cultura etrusca e soprattutto le peculiarità delle diverse regioni e località dell'Etruria.
La mostra "Le collezioni del Louvre a Cortona. Gli Etruschi dall'Arno al Tevere" propone infatti una selezione accurata di reperti di grande fascino, incluse anche opere poco note al grande pubblico ed esposte per la prima volta in Italia, per offrire importanti e nuovi elementi di riflessione sulla società etrusca in relazione alle diverse località di quest'area, anche grazie a studi, indagini e restauri recenti o effettuati per l'occasione. Così è per il grande busto in terracotta di Arianna risalente al III sec a.C., frammento di una statua monumentale appartenente forse a un gruppo culturale che, fino a una decina d'anni fa, era conservato, privo ancora d'identità, nei depositi del Dipartimento delle Antichità greche, etrusche e romane del grande museo francese. Oggi, questa scultura femminile ornata da gioielli e con una corona di foglie di vite e pampini sui capelli, che era raffigurata nell'atto di scoprirsi il capo dal velo (gesto tipico delle rappresentazioni dei matrimoni sacri) viene considerata uno dei più significativi esempi di coroplastica etrusca di età ellenistica.
Curata da Paolo Bruschetti, Françoise Gaultier, Paolo Giulierini, e Laurent Haumesser, con organizzazione generale del Dipartimento delle Antichità greche, etrusche e romane e della Direzione della Produzione Culturale del Museo del Louvre, del MAEC, di Villaggio Globale International e con catalogo Skira, la mostra si sviluppa dunque secondo le aree di provenienza dei materiali, da Fiesole a Chiusi, da Orvieto a Bomarzo, da Perugia a Falerii, su progetto allestitivo di Andrea Mandara con la collaborazione di Fabiana Dore (Studio di Architettura - Roma). È un percorso affascinante quello proposto, che porta anche a rievocare le singolari figure di collezionisti, amatori e mercanti attraverso i quali sono transitate le opere etrusche pervenute al Louvre. Un percorso che è soprattutto una sorta di grande fotografia dell'Etruria interna - e del ruolo che ebbero le valli dell'Arno e del Tevere negli scambi - attraverso vasi e statue in bronzo, urne e monumenti sepolcrali, gioielli, preziose terrecotte.
Le opere in mostra. Saranno in mostra a Cortona opere famose, come la Testa da Fiesole, un bronzo del III sec a.C., acquistato dal Louvre nel 1864, parte di una statua onorifica raffigurante un giovane aristocratico etrusco, e quattro importantissimi bronzi del Falterona: statuette appartenenti a un eccezionale deposito votivo rinvenuto nel 1838 e oggi diviso tra i maggiori musei europei, entrate a far parte delle collezioni del Louvre, attraverso acquisizioni successive. Sarà possibile ammirare pezzi d'artigianato artistico, come la pisside in avorio proveniente della collezione Castellani (scoperta nella necropoli di Fonte Rotella presso Chiusi) lavorata da un'unica porzione di zanna d'elefante, in stile orientalizzante, con raffinate decorazioni d'animali reali e fantastici e delicati elementi fitomorfi; nonché contemplare preziosi pezzi d'oreficeria, comprati a Roma nel 1861 dagli emissari del Governo francese venuti a negoziare l'acquisto della collezione Campana, come gli orecchini in oro con pendenti ornati da motivi raffiguranti il carro del Sole e la Vittoria. Ancora il mirabile Vaso conformato a testa femminile, recipiente bronzeo databile tra la fine del III e l'inizio del II sec a. C., forse prodotto da un atelier orvietano. Caratterizzato dalla bella acconciatura, originariamente impreziosita da un diadema ora perduto, e dall'iscrizione Suthina incisa sulla fronte (che indica l'appartenenza alla sepoltura), il recipiente senza fondo doveva servire come simulacro di un unguentario. Di grande interesse l'elegante statuetta di Menerva in bronzo, proveniente dalle vicinanze di Perugia e connessa al culto di Menerva combattente (diffuso nell'Etruria centro settentrionale), ma anche le lamine bronzee di Bomarzo decorate a sbalzo con straordinaria raffinatezza e con attenzione per i particolari, e, sempre da Bomarzo, il pregevole Lebete-situla falisco a figure rosse, tra le opere di età tarda di questa produzione meglio conservate, raro esemplare ad avere mantenuto integri il coperchio e la decorazione, sia plastica sia pittorica. A rappresentare Chiusi, alcuni pezzi eccezionali: dal canopo antropomorfo databile alla seconda metà del VI sec a.C., a una bella urna cineraria in terracotta; dalla collana con catena a fili d'oro intrecciati e pendente raffigurante una testa di Acheloo (ulteriore straordinario esempio di oreficeria etrusca) a un gruppo funerario con una storia complessa: tra i principali esempi di monumento funebre a tutto tondo della produzione chiusina, raffigurante un banchetto funebre con il defunto semidisteso su una kline e ai suoi piedi un demone femminile alato.
Promotori dell'evento, che ha il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, del Ministero degli Affari Esteri e il sostegno dell'École française de Rome, sono il Museo del Louvre e il Maec-Museo dell'Accademia Etrusca e della Città di Cortona, il Comune di Cortona, la Regione Toscana, la Provincia di Arezzo, l'Ente Cassa di Risparmio di Firenze, il Mibac-Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Toscana, la Soprintendenza per i Beni Archeologici per la Toscana e l'Accademia Etrusca, con il contributo della Banca Popolare di Cortona, Coingas, La Braccesca, Valdichiana Outlet Village e Arezzo Fiere e Congressi, oltre ad uno stuolo di operatori locali che aderiscono all'operazione.
Info: www.cortonamaec.org
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