Ogni anno nel Salento, in alcuni borghi a pochi chilometri da Otranto, come Giurdignano, Minervino di Lecce, Uggiano La Chiesa e la piccola frazione di Casamassella, si ripete un antichissimo rito in onore di San Giuseppe. E le porte di molte case di questi paesi si spalancano per accogliere migliaia di visitatori e fedeli che vengono a vedere le tavole di San Giuseppe, veri capolavori di devozione. Un rito in cui s'intrecciano sacro e profano e coincide con l'equinozio di primavera e gli antichi riti di purificazione agraria, che chiudevano l'inverno.
Anche quest'anno la Fondazione Le Costantine di Uggiano la Chiesa, frazione Casamassella (Lecce), realizza la grande tavola di San Giuseppe con i cibi che vengono preparati secondo un rituale preciso. La preparazione dei cibi per le tavole di San Giuseppe avviene una settimana prima e così anche alla Fondazione: il 12 marzo s'impasta la farina per fare i "vermiceddhi" (un tipo di pasta corta), lunedì 14 si mettono a bagno i lampascioni e lo stoccafisso, il 15 i ceci, il 17 si puliscono rape, cavoli e cavolfiori, si cucinano i ceci e si passano i fritti nel miele; il 18 si cucinano le verdure, lo stoccafisso, la pasta con il miele, il pesce e si friggono le pittole. Ogni gesto è scandito da fede e preghiere, come nei secoli passati, quando le tavole erano sì un tributo a San Giuseppe, ma anche un modo concreto di aiutare chi non sempre aveva un piatto assicurato e di riappacificarsi con parenti e vicini con cui non correva buon sangue: nessuno infatti poteva rifiutare se invitato come santo.
Il numero dei commensali può variare da 3 a 21, alla Fondazione quest'anno 13 ragazzi, che raffigurano la Sacra Famiglia e i santi (S. Anna, S. Gioacchino, S. Elisabetta…), prenderanno parte al banchetto simbolico. Le tavole, benedette dal parroco, si possono ammirare già nel pomeriggio del 18 marzo, quando ai visitatori vengono offerti i fritti (porciddhruzzi), i cipollacci col ciuffo detti pampasciuni e dei panetti votivi, le pucce. La notte si prega e si riflette, mentre il 19 marzo si svolge il rito della cena, sacro e suggestivo: San Giuseppe dà inizio al pranzo e ne scandisce i tempi e l'alternarsi delle varie pietanze, intercalando le preghiere. I cibi sono tutti poveri: vermicelli con i ceci, pasta con miele e mollica di pane, rape bollite, lampascioni, pesce fritto, cavolfiori, stoccafisso in umido, fritti col miele e pani votivi.
Le proposte. Brunch di San Giuseppe (domenica 20 marzo): Le Costantine propongono una passeggiata nel bosco, il pranzo a buffet con degustazione dei vini delle Cantine Menhir e la visita alla tessitura a 20 euro a persona. Pacchetto Tavole di San Giuseppe, 18/20 marzo: soggiorno di 3 giorni/2 notti in b&b nella "Casa di Ora", con 1 degustazione dei cibi di S. Giuseppe il venerdì, 1 cena alle Cantine Menhir di Minervino di Lecce il sabato e il brunch della domenica costa 85 euro a persona in camera doppia.
Info: www.lecostantine.eu
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