Mongolia, popoli e paesaggi dell’Asia centrale Pubblicato il: 06/04/2009 |
Dai Tour Operator: I Viaggi di Maurizio Levi > l’11 giugno, 9 luglio, 2, 6 e 13 agosto e 3 settembre 2009 |
La Mongolia non è una meta facile. Questo Paese, con una densità di un abitante per kmq, presenta infatti un ambiente aspro formato essenzialmente da steppe infinite, qualche foresta e una porzione del deserto del Gobi, un altipiano ondulato ad un'altitudine media di 1500 m (ma con cime che arrivano a 4356 m) con ampie zone perennemente ghiacciate, forti escursioni termiche diurne e stagionali, scarse precipitazioni, forti venti e una rete stradale quasi inesistente, dove il principale mezzo di locomozione per questo fiero popolo di pastori seminomadi disseminati tra steppe e deserti è ancora rappresentato dal cavallo e dal cammello, solo di recente affiancati dalle moto. Un paesaggio infinito, dolce e vivace, tra il verde tenero delle praterie punteggiate da mandrie di cavalli selvaggi, cammelli e yak e le bianche gher, le case dei nomadi, e il giallo ocra delle dune che cela uno dei maggiori cimiteri di dinosauri della terra. Eppure un simile contesto ambientale nel 1200 diede vita ad uno dei maggiori imperi dell'Eurasia grazie a Gengis Khan, uno dei più geniali condottieri e politici di tutta la storia. E per un secolo la Mongolia costituì l'epicentro di razze, culture e religioni diverse, meta e luogo di transito per commerci e conoscenze. Così rapidamente come era sorto, altrettanto rapidamente l'impero si dissolse e nel 1350 la Mongolia divenne una provincia cinese, per rimanere tale fino al 1921 quando entrò nella soffocante orbita sovietica, dalla quale si è scrollata soltanto nel 1990. Al viaggiatore colto e curioso si aprono oggi le porte di un Paese fuori dal tempo, dove ammirare le vestigia del passato, dove solcare le immensità di una steppa verdissima o le dune infuocate del deserto. |
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