Il Prosecco, spumante di territorio patrimonio del Nord Est italiano, quest'anno al 45° Vinitaly, Salone Internazionale del vino e dei distillati (7/11 aprile, Veronafiere) scalderà i muscoli, per prepararsi al sorpasso dello Champagne come numero di bottiglie prodotte, previsto per il 2012. Lo hanno annunciato gli assessori del Veneto alla Promozione, Marino Finozzi, e all'Agricoltura, Franco Manzato, nel presentare presenza, ruolo e valore della Regione ospitante alla grande rassegna mondiale dell'enologia. All'inaugurazione interverrà lo stesso presidente del Veneto, Luca Zaia.
Le elaborazioni su dati Valoritalia da parte del Cirve, Centro Interdipartimentale per la Ricerca in Viticoltura ed Enologia di Conegliano, non lasciano spazio a dubbi: la progressione del Prosecco è netta ed incalzante, a fronte di una produzione dello spumante francese che si orienta mediamente sui 320 milioni di bottiglie l'anno. Quest'anno il fresco e accattivante spumante del territorio del Veneto e del Friuli Venezia Giulia, verrà commercializzato in circa 286 milioni di bottiglie, cifra che il prossimo anno raggiungerà i 353 milioni, per superare dal 2013 i 400 milioni di bottiglie commercializzate nel mondo.
Il fenomeno Prosecco, che ha la sua anima e la sua storia principalmente nella provincia di Treviso, diventa dunque sempre più brand e fattore di distinzione e traino per tutto il "Made in Italy", unendo qualità in quantità a prezzo assolutamente accattivante. «Il sorpasso sarà un fatto numerico -hanno sottolineato Finozzi e Manzato-, ma nella spumantistica mondiale, che ha nella vecchia Europa il suo indiscusso caposaldo, il Prosecco cerca un suo spazio in ragione della sua diversità rispetto allo spumante transalpino: giovane, beverino, facile, sempre ottimo, su standard qualitativi molto elevati, «che il sistema produttivo intende mantenere elevati e che noi vogliamo garantire assecondando il sistema dei produttori anche con un'operazione di zonizzazione -ha fatto presente Manzato- operando affinché il Prosecco venga coltivato nelle zone più vocate e facendo in modo che la rincorsa a questo vino non vada a scapito di altri vitigni e di altri vini delle regioni interessate».
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