Risaie lombarde: nuova fase di sperimentazione di Corinat
Pubblicato il: 08/04/2011

Fatti&Personaggi: Regione Lombardia


Le risaie lombarde, quelle pavesi in particolare, sono sempre più all'avanguardia. Non solo eccellenza dal punto di vista della produzione, delle tecniche e tecnologie applicate, del prodotto realizzato, ma anche fertile terreno di sperimentazione a favore della crescita della biodiversità. Per il terzo anno consecutivo parte infatti in questi giorni la nuova fase di sperimentazione di Corinat (Coltivazione delle risaie di elevato valore biologico e naturalistico), un progetto di ricerca cofinanziato dagli assessorati regionali ai Sistemi verdi e Paesaggio e all'Agricoltura, finalizzato a individuare modalità di gestione delle risaie, che permettano l'incremento di biodiversità garantendo al tempo stesso buone rese produttive. Il team di lavoro è variegato e altamente qualificato: biologi faunisti, botanici, agronomi e alcune aziende risicole della Provincia di Pavia.

Le indagini riguardano principalmente le modalità per mantenere una presenza costante di acqua quale condizione indispensabile per la continuità dei cicli vitali di numerosi invertebrati e della catena alimentare che ne consegue. Un altro elemento fondamentale riguarda il mantenimento di porzioni, anche limitate, di ambiti agroambientali in adiacenza o inframmezzate ai campi. L'incremento di biodiversità è evidenziato dall'aumento del numero di specie e delle popolazioni di avifauna monitorate. Anche la biodiversità vegetale viene arricchita da azioni di reintroduzione e mantenimento di specie botaniche tipiche di questi ambienti e oggi divenute rare.

Il processo ha anche un curioso e positivo effetto collaterale: il contenimento dell'abbondanza di zanzare. «Gli interessanti risultati finora ottenuti -ha sottolineato l'assessore regionale ai Sistemi verdi e Paesaggio, Alessandro Colucci-, oltre ad alimentare e incentivare l'attuale programmazione dello sviluppo rurale, dimostrano ancora una volta come l'ambiente, le aree protette, la biodiversità siano strettamente legati all'attività dell'agricoltura. Dove l'uomo lavora la terra è più facile proteggere il territorio. Così come, dove vi sono misure di salvaguardia del territorio, è più facile per gli operatori del mondo agricolo rafforzare e potenziare le loro attività economiche». «Le risaie sono soprattutto una risorsa economica e sono un habitat naturalizzato dall'operosità dell'uomo. Su questa premessa -aggiunge l'assessore regionale all'Agricoltura, Giulio De Capitani- la ricerca, ancora in corso, sperimenta tecniche di mitigazione dell'attività agricola, come la sommersione invernale, il mantenimento delle stoppie e della vegetazione di ripa e la formazione di riserve d'acqua come aree di rifugio per la fauna». (fonte: Lombardia Notizie)

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