Il Sulcis Iglesiente è destinazione ideale per gli appassionati di mountain bike ed i cultori della natura.Grazie alla sorprendente varietà di paesaggi, foreste, miniere, deserti costieri, boschi abitati da cervi e animali selvatici, montagne e grotte, il territorio del sud-ovest sardo si presta ad essere percorso in sella ad una bicicletta, sia da provetti ciclisti sia da principianti, regalando scorci e paesaggi di indiscussa bellezza. L'intera rete stradale della zona è un susseguirsi di rettilinei, dolci salite non troppo impegnative, seguite sempre da rilassanti discese, tutte impreziosite da un suggestivo patrimonio paesaggistico, con viste sul mare, sui monti e sulle miniere abbandonate. Per gli amanti della mountain bike e della vacanza attiva, la Provincia di Carbonia Iglesias propone interessanti itinerari da percorrere in bicicletta, attraverso le suggestioni di atmosfere uniche e liriche come solo questo angolo di Sardegna sa offrire.
Lungo le aree umide del Sulcis. Calasetta al mattino profuma di pane fresco e focaccia appena sfornata, si sveglia accompagnata dal sorriso dei negozianti che sistemano i tavolini nella centrale via Roma, con l'arrivo dei pescatori sul lungomare Cristoforo Colombo. La serenità che arieggia per le strade di questa piccola cittadina è il modo migliore per iniziare una bella pedalata lungo le aree umide del Sulcis Iglesiente. Il percorso, interamente in pianura, si sviluppa in un alternarsi di lagune, stagni, saline, serbatoi di biodiversità e fonti di risorse rinnovabili, come sale, pesce e selvaggina, oggi meta di turismo naturalistico ed educazione ambientale. Partendo dal comune di Calasetta, si attraversano Sant'Antioco, San Giovanni Suergiu, Giba, Sant'Anna Arresi che, insieme ai comuni di Masainas, Portoscuso e Carloforte, inglobano gli oltre 2mila ettari di zone umide costiere del Sud Sardegna. Di grande fascino è la via del Mare da Porto Pino a Sant'Anna Arresi che percorsa durante il giorno offre uno spettacolo della natura: le ruote che corrono sull'acqua, il sole si riverbera in mille riflessi e i fenicotteri rosa fanno da contrasto a questo paesaggio quasi fiabesco. L'itinerario. Calasetta, Cussorgia, Sant'Antioco, Porto Botte, Porto Pino (Sant'Anna Arresi). Lunghezza 44,9 km; altitudine 0-110 m; difficoltà bassa; tempo di percorrenza 8 ore circa.
San Pietro, per i biker più scatenati. Ai primi raggi del sole, si parte per una nuova sfida che attraversa l'Isola di San Pietro. Percorrendo la strada che costeggia il mare e attraversa le Saline di Carloforte, si raggiunge la falesia della Punta delle Colonne da cui si possono ammirare faraglioni generati dall'erosione marina selettiva, o come narra la leggenda, mostri pietrificati da San Pietro per difendere i cittadini dai loro malefici. Inebriati dal profumo di ginepri ed essenze, in un paesaggio tipicamente agrario, si prosegue per Capo Sandalo in compagnia del vociare, dei voli di corteggiamento, delle picchiate sulle prede e delle delicate fasi della riproduzione di falchi che qui regnano sovrani. Nel 1981 la Lipu ha infatti istituito a San Pietro l'oasi di questi rapaci, oggi area d'importanza internazionale per la nidificazione degli uccelli marini del Mediterraneo, che si estende su una superficie di 236 ettari nella parte occidentale dell'isola. Pochi chilometri separano il centro visite dell'Oasi da Capo Sandalo e Cala Fico, ultima tappa di questo percorso prima del ritorno al paese di Carloforte. Immersi nel blu di questo angolo di Sulcis Iglesiente, i biker più scatenati potranno sbizzarrirsi in autentiche acrobazie, ma per coloro che amano anche rilassarsi, non c'è niente di più bello che inebriarsi della bellezza della baia, dove gli unici rumori provengono dallo scricchiolio delle gomme sulle pietre. L'itinerario. Carloforte, Punta delle Colonne, Oasi LIPU, Capo Sandalo, Cala Fico, Carloforte. Lunghezza 35 km; altitudine 0-140 m; media/alta; tempo di percorrenza 9 ore circa.
Nella valle delle fate. Questo percorso, da fare in mountain bike insieme ad una guida esperta, ripercorre le tracce del giovane re Nur alla ricerca della sua sposa e si snoda tra storia, archeologia, speleologia, geologia, miniere, botanica. La prima tappa si svolge nelle pendici meridionali del Marganai, bastionata calcarea dalla sagoma maestosa che domina la valle delle fate, lungo un percorso rurale che alterna asfalto e sterrate sino a costeggiare il villaggio nuragico di S'Omu 'e S'Orcu, per concludersi oltre il monumentale traforo naturale della grotta di San Giovanni lungo circa 800 metri e tra i pochi al mondo ad essere percorso da una strada carrozzabile. La seconda tappa è un'impegnativa ascesa alla scoperta della valle del rio S. Giovanni e dei ruderi minerari di Reigraxius e Mamenga, sino allo straordinario compendio forestale del Marganai e agli inusuali panorami visibili dai 910 metri di Punta San Michele. Dalla stazione forestale di Marganai e dal giardino botanico di Linasia si prosegue lungo una divertente e veloce discesa su una facile sterrata che raggiunge la valle del rio Corongiu, per concludere su una strada asfaltata e poco trafficata che conduce alla scoperta del lago Corsi, un invaso artificiale incastonato nel mezzo di sugherete e macchia mediterranea, e con una discesa lungo i tornanti che conducono nella piazza dedicata a Quintino Sella, punto di ritrovo per eccellenza ad Iglesias. L'itinerario. Iglesias, Corongiu de Mari, S'Omu 'e s'Orcu, grotta S. Giovanni, miniera Reigraxius, giardino Linasia, Punta San Michele, Diga Corsi, Iglesias. Lunghezza 46,3 km; altitudine 134-905 m; media; tempo di percorrenza 9 ore circa.
Info: www.sulcisiglesiente.eu - www.provincia.carboniaiglesias.it
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