Sulle orme degli indiani d’America Pubblicato il: 13/04/2009 |
Dai Tour Operator: I Viaggi di Maurizio Levi > Da maggio a settembre 2009 |
Tanti i punti salienti di questo viaggio proposto "I Viaggi di Maurizio Levi". Come la spettacolare Monument Valley, con i suoi pinnacoli di roccia rossa alti parecchie centinaia di metri svettanti nel cielo cobalto. L'enorme macchia blu del Lago Powell, secondo bacino artificiale americano prodotto da una diga alta 216 metri, in mezzo al deserto, con le sue scenografiche gole, insenature e canyon sommersi. Poco distante lo Slot Canyon, un corridoio tortuoso che percorrendolo dà la sensazione di arrotolarsi attorno alle sue pareti rosso fuoco come se ci si avvitasse ad un cavatappi. Il suggestivo Canyon de Chelly, profondo 300 metri e inserito nella maggior riserva indiana, reca le tracce di antichi insediamenti hopi a partire dal IV sec; dal Settecento divenne una roccaforte navajo contro gli invasori spagnoli, messicani e infine americani; oggi è un luogo sacro in ricordo della strage di navajo avvenuta nel 1864, che pose fine alla libertà di questo popolo. Taos Pueblo, il più antico villaggio indiano tuttora attivo, sorse nel IX sec ad opera di indiani tiwa e divenne uno dei principali mercati spagnoli delle due Americhe, punto di incontro e di contatto tra europei e locali; da fine Ottocento ospita una nutrita colonia di artisti, intellettuali e hippy che operano a fianco dei nativi. Il Chaco Cultural National Historical Park, ubicato nel canyon omonimo e protetto dall'Unesco, è un sito archeologico di straordinaria importanza perché conserva la più alta testimonianza della cultura india anasazi, nata con un'agricoltura primordiale nel 9000 a.C. e che ebbe qui, tra il 900 e il 1200, il suo principale centro politico, economico e culturale, con ben 400 villaggi formati da case alte fino a cinque piani e una rete stradale di centinaia di km; Pueblo Bonito, grande come il Colosseo e capace di contenere 1.200 persone in 700 abitazioni, è il villaggio meglio conservato. L'immenso Canyolands National Park è un'ampia e profonda valle scavata dal fiume Colorado e dal Green River, i quali hanno formato bizzarre formazioni rocciose di tonalità rossa e beige, come un labirinto di spuntoni rocciosi, profonde gole quasi inaccessibili e pinnacoli, torri e archi di roccia; singolari la Valley of the Gods, elevazioni rocciose sacre ai navajo, e il Goose Neck, curiosa serie di meandri del San Juan River a forma di collo d'oca. L'Arches National Park è un posto incredibile, pieno di spettacolari sculture nella roccia di arenaria rossa create dall'erosione, dove si contano oltre duemila tra archi e ponti naturali, compreso il maggiore arco del mondo. Il Mesa Verde National Park protegge il più famoso sito archeologico statunitense, riconosciuto dall'Unesco come Patrimonio dell'Umanità. Si tratta di villaggi rupestri costruiti dagli indiani precolombiani, a partire dal II sec a.C. e fino al 1200, entro enormi cavità di grandi canyon e in nicchie sull'altopiano ricoperto da boschi. Qui gli anasazi costruirono ampi villaggi con case a più piani, locali usati per danze e cerimonie, campi terrazzati e irrigati dove producevano mais, fagioli, zucche e cotone, e producevano ottimi vasi. Durango è una cittadina importante come nodo ferroviario e centro minerario dei cercatori di oro e argento, creata nel 1879 da minatori, cowboy e dai primi coloni; nel centro ospita begli edifici ottocenteschi e saloon dove si respira ancora l'atmosfera da vecchio West. Infine Santa Fe, capoluogo del New Messico e più vecchia città degli Stati Uniti, segnata come nessun'altra nel Sudovest dalla tradizione indiana e spagnola. Un viaggio di scoperta e di approfondimento su strade poco battute, per conoscere il vero volto, talvolta esaltante, altre drammatico, dell'Ovest americano. |
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