La susina trentina verso la Dop
Pubblicato il: 04/05/2009

Fatti&Personaggi: Prugna di Dro (Valle del Sarca)


l frutto tipico della Valle del Sarca ha intrapreso la strada per ottenere la denominazione di origine protetta. Oltre alla mela della Val di Non, all'olio del Garda, al Salmerino e la Trota alla Spressa delle Giudicarie, al Grana del Trentino... anche la susina di Dro potrebbe presto ottenere la Dop, un marchio di qualità a garanzia del consumatore. La Denominazione di Origine Protetta è, infatti, un importante riconoscimento che certifica le peculiari caratteristiche di un prodotto, derivanti da un particolare contesto geografico. Non solo, ma ne stabilisce anche le fasi di produzione, di trasformazione ed elaborazione, che devono avvenire in un'area territoriale delimitata e secondo regole precise, garantite da un organismo di controllo. Il succulento frutto, che cresce bene nella Valle del Sarca, ma che viene coltivato anche in molte zone dell'Alto Garda e della Valle dei Laghi, ha la buccia di colore violaceo tendente al blu scuro e la polpa gialla. Questa qualità di susina si differenzia dalle altre per l'elevato contenuto di sali minerali, con netta predominanza di potassio, e di vitamine. Il sapore, dolce e acidulo al tempo stesso, la rendono particolarmente adatta alla preparazione di confetture. L'iter per la richiesta dell'attribuzione del prestigioso marchio è partito recentemente grazie ad un incontro al quale hanno partecipato alcuni funzionari del Ministero per le politiche agricole, oltre a produttori e rappresentanti degli uffici competenti. La domanda, con relativo disciplinare è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale e, in assenza di reclami entro un mese, la pratica sarà inoltrata all'Unione Europea per l'approvazione definitiva. Se tutto filerà per il verso giusto, ovvero se non si registrerà l'opposizione di altri Paesi europei, nel giro di un anno e mezzo Bruxelles concederà alla susina trentina il prestigioso marchio. Tale riconoscimento sarebbe un sicuro vanto per tutto il territorio, impegnato nella valorizzazione delle produzioni locali, ma soprattutto una necessità, visto che la prugna droata è quasi a rischio estinzione, perché soppiantata da altre culture maggiormente redditizie.

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