Nelle sale dell'Eremo della splendida collina buschese si possono ammirare, dopo il restauro, gli ottocenteschi affreschi di Fracesco Gonin. Il complesso architettonico, noto fin dall'antichità con il nome di "Belmonte", ha origine con la costruzione nel Duecento della cappella della Madonna e del monastero della certosa femminile di Santa Maria di Belmonte che, nel Quattrocento passò alle suore domenicane. Nei primi anni del Seicento poi il complesso fu ceduto ai Camaldolesi di San Romualdo e diventò centro devozionale e richiamo di pellegrinaggi. A fianco dell'antica chiesa medievale i frati eressero la nuova chiesa barocca decorata con dipinti del Dalamano e stucchi del Beltramelli. Nell'Ottocento il complesso fu acquistato da nobili locali, adibito a villa signorile e arricchito da dipinti a soggetto mitologico di Francesco Gonin tra cui il refettorio, già Salone dei casati, con gli stemmi dei medesimi e con la leggenda di Telemaco, figlio di Ulisse, nonché della Galleria dei quadri con la battaglia del Risorgimento. Il Gonin aveva altresì dipinto un grande ambiente al piano secondo. Per motivi ereditari la proprietà passò alla famiglia dei Grimaldi e fu abitata solo nei mesi estivi mentre tutto l'anno era custodita da famiglie di mezzadri che si occupavano inoltre della coltivazione dei terreni e della manutenzione del fondo. In seguito, per rinuncia dei Grimaldi stessi, l'eremo fu ceduto ad un intermediario immobiliare che ne fece donazione alla Parrocchia di Carmagnola negli anni Cinquanta. Durante la Seconda Guerra mondiale la chiesa abbaziale fu gravemente danneggiata dai bombardamenti cosicché, ad oggi rimangono soltanto alcuni ruderi dell'ambiente sacro. Periodo di apertura: dal 2 giugno ad ottobre la domenica (ore 14.30/19). Ingresso (il costo del biglietto comprende la visita guidata, per gruppi e scuole su prenotazione): 5 euro intero, 3 euro ridotto. Info: www.marcovaldo.it
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