Paesaggi
I paesaggi sono pronti.
Portano gioia e felicità
a ogni persona che passa di là.
I paesaggi sono unici
nella loro verità. Melody Aurora Sara
(9 anni)
AgendaEventi: Bagnoli del Trigno (Is) > 6 marzo 2011
Il Carnevale di Bagnoli del Trigno (in provincia di Isernia) rientra tra le rappresentazione carnevalesche che fanno della personificazione del ciclo annuale il fulcro della rappresentazione scenica. Il Carnevale de "I Mesi", che quest'anno si festeggia domenica 6 marzo, anticamente veniva svolto da contadini che, a cavallo di asini e accompagnati da musicanti, vestiti con foggia tale da significare i vari mesi dell'anno, giravano per le strade del paese cantando la canzone dei mesi. Altro protagonista della festa era "Francische r' giuller", maschera carnascialesca bagnolese che, anche lui a cavallo di un asino, assurgeva al ruolo di "re Carnevale" e andava cantando "sanghe d serenella", canzone in cui dichiarava il sentimento per la sua amata: "Pacchianella". Di solito il tutto veniva concluso dalla sostituzione di Franchisch con un fantoccio di paglia, portato poi a spalla su di una scala a pioli sino a buttarlo giù per la rupe, la "vurchianina", o dato alle fiamme. Infine, l'allegra compagnia si ritirava in una qualche cantina per bere vino e, soprattutto, mangiare le salsicce e "li buttabili" (frittelle tipiche del carnevale), offerte loro durante il giro.
Un'antica tradizione che, circa vent'anni fa, sembrava si fosse ormai persa. E poi, la Compagnia di Cultura Popolare "La Perla del Molise" la riscoprì e, ancora oggi, la riprone (quest'anno si festeggia la 18esima edizione) aggiornando di continuo la formula arricchendola di elementi altamente simbolici dal punto di vista antropologico. Come il cinghiale, animale selvaggio che nell'immaginario collettivo delle comunità contadine rappresentava la forza avversa della natura: la bestia feroce che poteva distruggere il raccolto, seminare panico e terrore. Dal pericolo ci si difende come si può ed ecco allora il cacciatore che si oppone al re del bosco e con l'aiuto dei suoi cani cerca di stanarlo e annientarlo. In questo scenario, però, c'è chi riesce a vedere nella natura ostile la fonte propiziatoria di un rapporto benevolo.
Il Carnevale de "I Mesi". I mesi-persona su carrettelli appositamente costruiti sfilano per le strade del paese. Avanzano a gruppi di tre, preceduti da un grosso carro in cui vengono rappresentate scene di vita contadina della stagione di appartenenza. E' la sfilata del mattino che prenderà il via dalle prime case del paese per attraversarlo lungo le vie principali sino a piazza Olmo. All'arrivo in piazza Umberto I entra in scena il cinghiale, con la sua irruenza e ferocia crea panico e paura; i cacciatori, situati alla fine del lungo corteo, prontamente avvertiti, accorrono in soccorso, ma non fanno in tempo. Al loro arrivo la bestia si è già dileguata. Raggiunta la parte bassa del paese apre il sipario il teatro del tempo: in 12 vecchi locali vengono ricostruite scene di vita contadina, in cui il tempo racconta la sua storia lungo il filo dei mesi. Stand gastronomici con piatti tipici e gruppi di artisti aiutano a compiere questo viaggio in allegria. Ogni tanto sulla scena irrompono i cacciatori impegnati nella battuta di caccia al cinghiale: si scambiano messaggi, discutono animatamente, vanno in perlustrazione, prendono posizione, cercano di stanare la bestia feroce. Più tardi i mesi-persona sui loro carrettelli sfilano di nuovo per cantare la loro canzone; imponente è la presenza dei carri delle quattro stagioni che, sostando in piazza, diventano palchi ideali per la rappresentazione di intriganti scenette comiche tratte da storielle di vita tramandate dalla tradizione orale.
Francische nel frattempo riesce a farsi amico il cinghiale, tanto da apporgli al collo la campanella che, quale simbolo fallico, è solito portare appesa tra le gambe. Sulle ultime note di un ballo propiziatorio, la "zulla dei mesi", arriva Pacchianella inseguita dal cinghiale. Mentre Francische rassicura la sua amata arrivano i cacciatori che si mettono a sparare. Sotto una gragnola di colpi muore il cinghiale, ma anche Francische accorso in sua difesa. Pacchianella si dispera e cerca la campanella perduta dal suo sposo, la trova, la toglie dal collo del cinghiale e inizia a suonarla provocando la resurrezione del cinghiale che aiuta Pacchianella a rimettere tra le gambe di Francische il simbolico strumento. E così si accorgono che re Carnevale, nel morire, ha partorito la Quaresima, sottoforma di una bamboletta di pezza. I mesi-persona, spettatori dell'accaduto, caricano su di una scala a pioli il corpo inerme di Francische e, alla luce di torce e al suono di una nenia, si allontanano come un corteo funebre seguiti da Pacchianella e dal cinghiale.
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