Accogliamo l'appello rivolto dal Gist (Gruppo Italiano
Stampa Turistica) relativo a un'emergenza turistico-umanitaria e oggetto di una
campagna di solidarietà. "SOS Kenya" è il nome dell'iniziativa che il Gist ha
lanciato nel corso della scorsa edizione della Borsa Italiana del Turismo di
Milano, raccogliendo l'accorato appello turistico-umanitario lanciato dal
collega Luca Liguori (assiduo frequentatore del Kenya fin dal 1954, e in quei
giorni appena rientrato dal suo consueto soggiorno invernale a Malindi) e da
missionari, operatori locali, italiani residenti, imprenditori, agenti di
viaggio, turisti, politici kenyani e popolazione locale, dopo l'inizio della
crisi che il Paese Africano sta attraversando a seguito delle notizie di
violenza post elettorale.
Il Gist si è mobilitato, raccogliendo immediatamente
l'adesione e il supporto all'iniziativa da parte di tutti i suoi soci e di
molti altri colleghi giornalisti, di Astoi (l'associazione dei tour operator
italiani), del Kenya Tourist Board e di numerosi direttori di quotidiani,
settimanali, mensili, radio e televisioni, tutti pronti, dopo attenta verifica
della reale situazione, a sostenere questa campagna di sensibilizzazione e
solidarietà. A tutti questi si sono aggiunti nelle ultime ore notissimi
personaggi del mondo della cultura, della politica, della moda, dello
spettacolo, dell'imprenditoria, tutti assidui e appassionati frequentatori del
Kenya. Pronti, con le loro testimonianze e con le loro competenze, ad aiutare
un Paese in ginocchio e in bilico tra il potersi prontamente rialzare e il
collassare, se non definitivamente, sicuramente per un lungo periodo.
Attualmente il turismo in Kenya ha registrato nei primi tre
mesi del 2008 un crollo medio delle presenze turistiche del 60 per cento a
livello internazionale con punte dell'84,4 per cento relativamente ai nostri
connazionali.
L'azione del Gist si è principalmente mossa su due fronti
prioritari: documentarsi sulla reale situazione del Paese, monitorando la
stampa internazionale, raccogliendo informazioni da enti e istituzioni
(ministeri italiani e kenyani, ambasciate, consolati, chiesa cattolica locale,
missionari…) e recarsi sul posto per verificare di persona le informazioni
raccolte e documentare l'accaduto e l'attuale situazione, sia dal punto di
vista della sicurezza, sia del turismo, ma, soprattutto, sulla situazione
sociale e umanitaria che, senza un intervento immediato e di massiccia solidarietà,
potrebbe, a breve, avere conseguenze drammatiche per una popolazione sull'orlo
di una crisi economica (fame vera ed emergenza sanitaria e sociale) dato che
non esistono efficaci ammortizzatori sociali, se non quelli derivanti dal
lavoro nel comparto turistico e dall'indotto che ne deriva.
Il primo importante riscontro è quello di aver verificato
che nessuna delle zone visitate (e si tratta di quelle frequentate da oltre il
90 per cento dei turisti italiani: tutta la costa Nord, da Watamu a Lamu, passando per Kilifi e
Malindi e del Parco Nazionale dello Tsavo) è mai stata toccata da incidenti di
qualsiasi natura: né da dimostrazioni né da scontri e violenze politiche,
etniche e religiose. I turisti e i residenti italiani non hanno mai corso e non
stanno correndo alcun tipo di rischio. La situazione è estremamente tranquilla.
La popolazione ospitale e desiderosa di riaccogliere i turisti nel miglior modo
possibile, pienamente consapevole che il loro futuro dipende proprio dal
turismo, e da quello italiano in modo particolare.
APPROFONDIMENTI
L'Ambasciatore italiano: "Tornino i turisti" (ripreso da intervista di Stella Pende su Panorama)
Dal Parlamento alle spiagge: l'accordo politico del
Presidente Mwai Kibaki con il rivale Raila Odinga vuole diventare una garanzia
di passato pericolo per quanti, turisti e imprenditori, avevano cancellato il
Kenya per affari e vacanze. «Abbiamo già cambiato il consulente che
sconsigliava ai turisti di venire in Kenya -dice l'ambasciatore Pierandrea
Magistrati, che ha lavorato molto nell'emergenza della crisi-. Oggi le violenze
del dopo elezioni sembrano placate. Una buona ragione per riprendere attività
imprenditoriali e commerciali, molto rallentate. Se non paralizzate».
Magistrati parla soprattutto del turismo colpito ingiustamente. Ora la
Farnesina, pur invitando alla prudenza, riconosce che le condizioni sono
migliorate.
Situazione Politica
Non si può peraltro negare che non ci siano state violenze,
scontri e morti. Tutto questo ha però coinvolto zone circoscritte e lontane
centinaia di chilometri dalle principali zone turistiche. Tutto ha avuto
origine dai risultati elettorali del dicembre 2007. Una buona parte del Paese
era certa che il potere del Presidente Mwai Kibaki sarebbe stato travolto dalla
vittoria dei partiti di opposizione (in Kenya convivono 42 differenti etnie) e
principalmente dall'Orange Democratic Movement guidato da Raila Odinga. Ma il
Presidente, contrariamente alle aspettative e ai sondaggi, ha vinto nuovamente
le elezioni. Si è parlato di brogli elettorali e di mancanza di unità delle
opposizioni. Sta di fatto che il partito al potere, il Pnu, ha nuovamente
vinto. E questo ha scatenato tutta una serie di odi, violenze etniche e
tribali, prima ancora che politiche, scontri, morti e feriti. Le terribili
immagini che tutti abbiamo visto in televisione. Ma il clima di tensione si è
rasserenato in poche settimane, spegnendosi via via, fino ad arrivare a una
situazione di totale controllo, sicurezza e tranquillità. Non si è trattato di
un "miracolo", ma di un accordo di spartizione del potere, che finalmente
unisce le due principali parti contendenti in uno stabile Governo di
Coalizione, con condizioni accettabili da tutti, e che fornisce quindi la
soluzione politica che permetterà al Paese di riprendersi dal trauma del
disordine civile che ha seguito l'annuncio dei risultati elettorali. Ma cosa è
esattamente successo? Durante la crisi il Presidente Mwai Kibaki e l'On. Raila
Odinga, capo del partito di opposizione, hanno siglato l'Agreement on the
Principles of Partnership of the Coalition Government, accordo per un governo
di unità nazionale. L'evento è stato possibile grazie alla mediazione di Kofi
Annan e di J. Kikwete, Presidente della Repubblica Unita della Tanzania, nonché
Presidente dell'Unione Africana.
Nei giorni in cui una delegazione del Gist era in Kenya per
un sopralluogo, è stata votata la riforma costituzionale che lo ha trasformato
da Repubblica Presidenziale a Repubblica Parlamentare. L'On. Odinga è stato
eletto Primo Ministro (figura prima non prevista dalla costituzione). Dopo lo
storico accordo del 27 febbraio 2008 l'On. Odinga, prendendo le distanze dalla
sua precedente posizione, si è rivolto a Mwai Kibaki come il Presidente,
riconoscendolo in quanto Capo di Stato. Ha dichiarato che nonostante fossero
stati avversari durante le elezioni, ora sono compatrioti. E ora l'ordine è
totalmente ristabilito e Presidente e Primo Ministro stanno girando insieme
tutto il Paese per rassicurare e riappacificare gli animi.
Tutti i numeri del Turismo
L'industria del turismo in Kenya vale oltre 650 milioni di
euro. Nel 2007 il trend degli arrivi internazionali è stato molto positivo
superando con 1.0048.783 il tetto di un milione di visitatori con una crescita
del 10 per cento sull'anno precedente. Con 84.262 arrivi e una crescita del 3
per cento rispetto al 2006, l'Italia rappresenta oggi il terzo mercato
internazionale per il Kenya, dopo Regno Unito con 206.644 arrivi e Stati Uniti
con 101.8466. Con questi dati l'Italia supera la Germania stabile sulle cifre dell'anno
precedente con 83.413 arrivi, diventando il secondo mercato europeo.
La strategia avviata alla fine del 2006 per far conoscere al
mercato italiano il Kenya come destinazione "safari" di qualità sta portando
buoni risultati: gli arrivi di italiani all'aeroporto internazionale di Nairobi
(partenza preferita per itinerari che includono Mt Kenya, Laikipia, i parchi
Samburu, Meru, Nakuru e Maasai Mara) sono aumentati del del 12.9 per cento nel
2007, con punte del +37 per cento in alcuni periodi dell'anno. Anche grazie
all'introduzione del volo di Air Italy che nel 2007 è stata l'unica compagnia
italiana a volare su Nairobi da Milano e Roma.
La crisi politica e i conseguenti scontri verificatisi dopo
le elezioni dello scorso 27 dicembre stanno incidendo negativamente sugli
arrivi turistici del primo trimestre 2008. Dall'Italia, come da molti altri
stati europei, molti dei voli charter per Mombasa sono stati cancellati o hanno
ridotto le loro frequenze con la seguente contrazione degli arrivi internazionale.
Nei primi tre mesi del 2008 il turismo è collassato con una media del 60 per
cento in meno, con punte dell'82,3 per cento dei francesi e dell'84,4 per cento
degli italiani.
Lettera di Luca Liguori del 18 febbraio 2008
Cari colleghi,
sono appena tornato dal Kenya dove per alcune settimane ho
seguito l'evoluzione della situazione con vari collegamenti in diretta per la
Rai-GR1. Son quindi testimone oculare della realtà, una realtà che, spesso, per
disinformazione è stata travisata. I disordini e le violenze post elettorali ci
sono stati: ma a 1200 km. di distanza dalla costa e dal 'paradiso' di Malindi e
Wathamu da cui i turisti italiani sono stati invitati a tenersi alla larga
spaventati, appunto, da notizie talvolta inesatte o esagerate. Ora la situazione
politica è in via di definitiva soluzione. Non così è per la situazione
economica: il turismo, prima fonte del paese, è in ginocchio. Alberghi,
villaggi, campi safari, ristoranti chiudono. Migliaia di addetti al settore
sono stati licenziati con conseguenze drammatiche per la loro stessa
soprvvivenza. Il passo dalla fame alla disperazione è breve, come si sa. Ora la
Farnesina ha tolto lo 'sconsiglio' per le zone della costa, mantenendolo invece
per quelle colpite dalle violenze di dicembre, al nord del paese. Da Malindi e
dintorni mi è giunto questo SOS (che subito vi giro) di operatori del turismo
che, come me, amano il Kenya e la sua gente che non merita di pagare sulla
propria pelle il prezzo di una crisi così drammatica. Noi del Gist possiamo
rispondere a questo appello e fare qualcosa? Frequento il Kenya da oltre 50
anni: ho seguito e raccontato per decenni l'evoluzione della sua storia
politica, culturale economica e sociale. Ecco perché, da amico e da
giornalista, sono convinto che meriti la nostra collaborazione.
Lettera degli operatori locali: "Riviviamo il Kenya"
Il Kenya è Africa. E' la terra dei safari e offre delle
bellissime spiagge lambite dal grande oceano Indiano. Si possono praticare
moltissime attività: i baloon
safari, il trekking, la pesca d'altura, dhow cruising, lo snorkelling, la
subacquea… Il Kenya emoziona per i suoi paesaggi suggestivi, i profumi, i
suoni, i colori ed i sorrisi della sua gente. Chiunque abbia vissuto
quest'esperienza difficilmente se ne dimentica.
Il turismo è la terza industria del Paese che, nel 2007 con
più di 2 milioni di turisti, ha realizzato oltre 900 milioni di dollari (pari
al 20% dell'incoming nazionale) ed è stimato che impieghi, direttamente ed
indirettamente, più di un milione di persone.
A seguito delle conseguenze post-elettorali avvenute negli
slums di Nairobi, in alcune aree di
Mombasa, a Nakuru e nel triangolo Kisumu - Kericho - Eldoret, migliaia
di turisti in arrivo hanno cancellato il loro viaggio in Kenya. Di conseguenza
il Paese sta vivendo la sua più grave crisi turistica dall'indipendenza ad
oggi.
Vorremmo
sottolineare che:
I turisti, che in questo ultimo mese hanno comunque scelto
di venire sulla costa del Kenya, hanno trascorso e stanno trascorrendo delle
piacevoli vacanze;
Tutti i Parchi Nazionali e i luoghi di "safari" hanno
riportato situazioni di assoluta calma e normalità;
Tutte le destinazioni turistiche kenyane, e in particolare
Malindi e Watamu, sono state assolutamente calme, sicure e intoccate dagli
scontri;
Gli aeroporti non sono mai stati chiusi e hanno sempre
operato e operano regolarmente.
Noi imprenditori di Malindi e Watamu abbiamo mantenuto e
intendiamo mantenere aperte le nostre strutture recettive. Vogliamo fortemente
contribuire alla ripresa di questo Paese. I turisti che desiderano venire sono
attesi, benvenuti e desiderati.
Il Kenya sta ripartendo, ma ha bisogno dell'aiuto di tutti.
Crediamo che i media e le nostre controparti in Europa
possano aiutarci in tutto questo e aiutare questo meraviglioso Paese a superare
la sua più grave crisi turistica di tutti i tempi.
Comitato per la Promozione Turistica in Kenya, Gruppo di
Lavoro Malindi e Watamu
Lettera di 25 agenti di viaggio italiani del 28 gennaio
2008
Spett. Redazione, Cari Colleghi,
Vi scriviamo dalla spiaggia del Blue Bay Village di Watamu
al termine di una settimana trascorsa in Kenya. In seguito alle notizie apparse
sugli organi di informazione e agli avvisi di sicurezza diramati dal Ministero
degli Esteri abbiamo deciso di venire a constatare di persona quale fosse la
reale situazione. Siamo partiti il giorno 20 gennaio accompagnati dagli in
bocca al lupo di familiari, amici e colleghi con, dobbiamo ammetterlo, un
minimo di timore e qualche dubbio sulla situazione che avremmo trovato.
Ci aspettavamo un paese in stato di agitazione, polizia ed
esercito sulle strade, un trasferimento da Mombasa a Watamu scortato dalle
forze dell'ordine. Nulla di tutto questo! In aeroporto tutte le operazioni si
sono svolte nella massima tranquillità. Il trasferimento di circa due ore ci ha
permesso di constatare come, sia nei piccoli centri sia nelle grandi città, la
vita trascorra come tutti i giorni. Lungo la strada i volti sorridenti dei
bambini kenioti ci hanno accompagnato verso la nostra destinazione mentre gli
adulti si adoperano in un'esistenza povera, ma vissuta in estrema dignità.
A tutti noi è bastata un'ora per innamorarci di questa
splendida terra e dei suoi abitanti e per renderci conto di come la realtà che
abbiamo di fronte sia completamente differente dalle notizie che giungono in
Italia.
Non vogliamo minimizzare la portata degli eventi che hanno
insanguinato nelle scorse settimane le zone più interne del nord e dell'ovest
del Kenya e nutriamo il massimo rispetto per le vittime degli scontri politici
e tribali, ma, di questi tragici eventi verificatisi a migliaia di chilometri
dalla costa, qui non c'è alcuna traccia.
Non ci siamo rinchiusi in villaggio; abbiamo fatto
escursioni, safari e partecipato a feste locali. Tutto nella massima sicurezza
e tranquillità. La costa keniota vive di turismo e sa che il turista è la
principale risorsa per garantirsi una vita dignitosa. La popolazione è quasi
completamente impiegata nelle strutture alberghiere e nell'indotto che
queste producono.
Il blocco quasi totale degli arrivi dall'Europa sta facendo
precipitare nella miseria milioni di persone.
Noi che abbiamo visto con i nostri occhi questa realtà ci
appelliamo a voi colleghi per cercare di cambiare questa situazione. Noi agenti
di viaggio, giustamente, ci sentiamo responsabili nei confronti dei nostri
clienti, ma non meno importante è la responsabilità che abbiamo nei confronti
delle popolazioni locali che li ospitano e che tanto contribuiscono al buon
esito delle loro vacanze.
In un momento così difficile per il Kenya abbiamo il dovere
morale di aiutare questo Paese tornando a riempire le spiagge keniote di
turisti con la certezza di ritrovare in agenzia, al termine delle loro vacanze,
dei clienti felici e la soddisfazione di essere riusciti, con il nostro lavoro,
ad aiutare milioni di kenioti.
Domani ritorniamo in Italia e immediatamente faremo la
nostra parte, ma noi siamo solo in
25; il Kenya ha bisogno di tutti voi: vendete Kenya, venite in Kenya. In Kenya
"hakuna matata" ("nessun problema" in lingua Swaili).
(lettera firmata)
Info:
www.magicalkenya.com
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