L'Emilia Romagna è il polmone verde d'Italia, grazie al
miliardo e 18 milioni di alberi che ricoprono parte del territorio, in
particolare l'area appenninica. Il dato emerge dall'Inventario Nazionale delle
Foreste effettuato negli ultimi tre anni dal Corpo Forestale dello Stato
(www2.corpoforestale.it) che assegna alla regione il primato del numero di
alberi per ettaro: 1816 esemplari contro la media nazionale di 1367 (gli alberi
presenti sul territorio nazionale sono 12 miliardi, la regione che ne possiede,
globalmente, di più è la Toscana). Si tratta di un importante risultato che
evidenzia le attrattive turistiche e ambientali della regione. Tra le specie
più presenti ci sono l'abete bianco, il faggio e il castagno. Con l'arrivo
della bella stagione l'Emilia Romagna si trasforma in un grande giardino
fiorito con percorsi ideali per chi va a caccia di paesaggi suggestivi e di una
vacanza all'aria aperta, praticando magari una delle tante attività sportive
proposte: dal trekking al cicloturismo, dal golf alle passeggiate a cavallo.
Accanto ai fiori di mille colori e agli alberi da frutto che contraddistinguono
gran parte del territorio, ci sono anche i patriarchi verdi, giganti della
natura che rappresentano molto più di un tesoro culturale e naturale da
salvaguardare. Sono, infatti, alberi secolari in grado di raccontarci la storia
millenaria di questa terra e molti, tra l'altro, danno ancora ottimi frutti. La
loro presenza (sono oltre 800) rende l'Emilia Romagna un vero e proprio museo
naturale a cielo aperto visitabile a costo zero. Le strade caratterizzate da
questi centenari custodi del territorio possono diventare il filo conduttore di
un percorso ecologico che rende unica la vacanza. Tra loro troviamo il Cipresso
di San Francesco (ha 800 anni e si trova a Villa Verucchio) che, secondo la
leggenda, sarebbe nato da un bastone piantato dallo stesso santo, il Sorbo del
Becco (300 anni) o il Platano di Carpinello (ha circa 250 anni e si trova nel
forlivese) sotto il quale si dice si soffermasse a pensare Giosuè Carducci.
Vacanza attiva nei parchi naturali. In Emilia Romagna chi ha voglia di vivere qualche
giorno immerso nella natura può scegliere tra due parchi nazionali (Parco
Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna e Parco
Nazionale dell'Appennino Tosco-Emiliano), 13 parchi regionali, 13 riserve
naturali e tante riserve statali. Se la parola d'ordine è "vacanza attiva", la
regione offre al turista ecologico percorsi lungo i corsi d'acqua a bordo di
una canoa o di un kayak, oppure la possibilità di utilizzare deltaplano e
parapendio per sorvolare paesaggi incontaminati lasciandosi cullare dal vento.
Fra gli sport emergenti c'è anche il tarzaning: si cammina sugli alberi, si
passa da un ramo all'altro, si attraversano ponti sospesi, il tutto in completa
sicurezza. Per chi vuole arrampicarsi sulle rocce non mancano i luoghi dove
fare free climbing. Tanti gli itinerari cicloturistici, molte le aree per
l'orienteering (o corsa d'orientamento), rafting, hydrospeed (per discendere il
fiume a bordo di una tavola) e le ippovie. Per gli amanti delle escursioni a
cavallo, l'Emilia Romagna offre un grande circuito: ben 1600 chilometri di
percorsi a disposizione di chi vuole passare una giornata in sella a un cavallo
in mezzo alla natura e fra i territori più verdi e incontaminati della regione:
parchi, rilievi appenninici, riserve naturali, boschi, pinete, valli del Po.
Difficile elencare le bellezze di tutti i Parchi della regione. L'Appennino
Piacentino regala un tuffo nel passato con la Riserva Naturale Geologica del
Piacenziano, visitarla significa tornare indietro milioni di anni, quando la
Pianura Padana era un mare e l'Appennino la sua costa. Sull'Appennino Parmense:
il Parco Regionale dei Boschi di Carrega vanta paesaggi talmente belli che per
secoli è stato il teatro di caccia prediletto dalla nobiltà parmense. Il
territorio di Parma e Reggio Emilia è teatro del Parco Nazionale dell'Appennino
Tosco-Emiliano: i parchi dell'Emilia Romagna che vi rientrano sono il Parco dei
Cento Laghi e il Parco del Gigante. Nel Parco Regionale del Frignano (Mo)
l'Appennino settentrionale sfiora le quote più alte. Qui c'è il Giardino
Botanico Esperia (a Pian del Falco), concepito a misura di disabile. Nel
bolognese: il Parco Regionale dei laghi di Suviana e Brasimone è noto anche col
nome di Parco dei Laghi: si trovano strutture ricettive aperte d'estate dove si
possono noleggiare lettini, canoe e tavole da windsurf. Fra le particolarità
del Parco Regionale del Corno alle Scale (molto amato dai biker), c'è
l'itinerario che ripercorre "la via dei Lanzichenecchi", servi della gleba
diventati soldati di Carlo V, che scelsero questi luoghi per stabilirvi la loro
dimora. A Ferrara il Parco Regionale Delta del Po è il paradiso del
birdwatching. Al Bosco della Mesola è stato allestito un percorso per non
vedenti: grazie a una guida e ad apposite tabelle si può percepire l'atmosfera
del bosco attraverso tutti i sensi. Il Parco Nazionale delle Foreste
Casentinesi, monte Falterona e Campigna è l'altro Parco nazionale dell'Emilia
Romagna: sono oltre 36 mila ettari che si estendono fra le province di
Forlì-Cesena, Arezzo e Firenze. Anche qui un sentiero "per tutti i sensi" articolato
in 10 stazioni dotate di pannelli in Braille, terreno attrezzato per carrozzine
e corrimano. Un tempo si chiamava "Inferno" la Riserva Naturale Orientata di
Onferno, nella provincia di Rimini: all'interno della grotta di Onferno
(visitabile con guide) si contano ben 6 specie diverse di pipistrelli. Per
saperne di più www.appenninoeverde.org
I "tesori" di Casola Valsenio. La primavera rende l'Emilia Romagna un grande affresco dove al rosa
dei fiori del pesco s'intrecciano il bianco dei fiori del ciliegio,
dell'albicocco, del pero, del melo, ma anche il giallo delle ginestre, il viola
delle violette, il rosso dei papaveri e il verde smeraldo dei prati che coprono
le vallate come immensi tappeti. A Casola Valsenio, sulle colline ravennati,
c'è il Giardino delle Piante Officinali: nato nel '38, oggi è, per rilievo
scientifico, il primo in Italia e uno dei più importanti d'Europa. Si estende
per 4 ettari di terrazze e ospita 400 specie di piante che possiedono qualità
terapeutiche, coltivate e studiate per il loro utilizzo in medicina,
alimentazione e cosmesi. La zona di Casola è famosa anche per i "frutti
dimenticati" (in particolare tra il Senio e il Santerno). Qui si possono il
giuggiolo, il sorbo, il melo della rosa: colori e profumi che fanno di questa
zona un luogo incantato. Dal fondo valle a metà collina spiccano vigneti e
uliveti che, con le coltivazioni di kiwi, rendono queste vallate ricche di
fascino agreste.
|